Allarme rosso per il pallone. E non solo per il Covid. La Figc lancia il warning sulla situazione economica del nostro pallone nelle tre serie professionistiche, A, B e C. E qui non si tratta dello stipendio d’oro delle star, no, ma dell’intero sistema che rischia di collassare per la grave crisi di liquidità che sta stritolando i club. I mancati introiti da stadio e quelli correlati hanno messo in ginocchio il calcio professionistico. È per questo che la Figc ha chiesto al governo misure di sgravio e sostegno dirette e indirette per evitare il default. Tra l’altro, ora, con i negozi di scommesse chiusi salta anche il prelievo dal betting, mentre i club chiederanno al governo una deroga al decreto dignità che vieta le pubblicità dei marchi di scommesse. Già da tempo, diversi club nelle tre categorie sono in crisi nel pagare gli stipendi e il rischio di fallimento, addirittura entro Natale, è ormai dietro l’angolo.
Tutte le restrizioni: la video-scheda
In Serie A continuano a giocare seguendo le rigide direttive del protocollo Figc: tampone a ridosso della partita e ogni 8 giorni per il gruppo squadra. In caso di positività, 10 giorni di isolamento per il positivo e gruppo squadra che entra nella ‘bolla’ fino al cessato allarme. Poi, tamponi di controllo fino alla negativizzazione. Di recente, introdotta la regola secondo la quale le squadre che hanno più di 10 calciatori positivi possono chiedere il rinvio della gara, ma soltanto una volta a stagione. L’ultimo dpcm ha tenuto aperti i campi di serie A, B, C e D. Sospesi i campionati dall’Eccellenza in giù. Nel calcio a 5 serie A, A2 e B maschile e A e A2 femminile giocano a porte chiuse. Stesse limitazioni per il basket. Potranno disputarsi i maggiori campionati di pallavolo, pallamano, ecc.
1) Calcio: chi può giocare
Salve Serie A, B, C e D; fermi i campionati dall’Eccellenza in giù; via libera ai tornei femminili di A e B e a quelli maschili e femminili di calcio a 5 (A, A2 e B maschile; A e A2 femminile).
2) Stadi: partite a porte chiuse
Le competizioni sportive tornano a porte chiuse. Vietato l’accesso al pubblico negli stadi e nei palazzetti per qualsiasi evento sportivo La nuova stretta dopo che nelle ultime settimane era stato autorizzato l’ingresso a 1000 spettatori per le partite di calcio e altre manifestazioni.
3) Dilettanti: niente tornei e allenamenti
Vietati tutti gli sport di contatto a livello dilettantistico: quella del governo è una vera serrata che coinvolge milioni di italiani I campionati regionali si fermano e anche le partitelle tra amici.
4) Basket: i campionati che continuano
Via libera ai campionati nazionali di A, A2, B nel basket maschile e A1 e A2 in quello femminile. Ma queste competizioni, come detto, potranno svolgersi solo a porte chiuse. Vale anche in questo caso il divieto di allenamenti o partitelle al campetto.
5) Volley: via libera per Serie A e B
Si giocheranno Serie A e B maschile e femminili più alcuni tornei giovanili Sospeso "lo svolgimento degli sport di contatto, come individuati con provvedimento del ministro per le politiche giovanili e lo sport".
6) Preparazione: norme severe
Stabilisce il decreto: "Le sessioni di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, degli sport individuali e di squadra" che partecipano alle competizioni nazionali "sono consentiti a porte chiuse nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive Federazioni".
7) Test / 1
Il decreto Conte prevede anche test molecolare o antigenico obbligatorio per atleti o tecnici "provenienti da Paesi per i quali l’ingresso in Italia è vietato o per i quali è prevista la quarantena".
8) Test / 2
Il test, stabilisce il decreto, "non deve essere antecedente a 72 ore dall’arrivo in Italia (...) In caso di esito negativo del tampone, i soggetti interessati sono autorizzati a prendere parte alla competizione sportiva internazionale (...) in conformità con il protocollo dell’ente organizzatore".
9) Corsi, addio alle scuole di pugilato
Addio a corsi di karate o di pugilato, di hockey o di pallanuoto. Gianni Petrucci (pallacanestro), ha chiesto attenzione per lo sport tutto, che genera "l’1,8% del Pil e indirettamente il 3,8%".