Triplo duro colpo per Elon Musk, padrone di Tesla, dell’ex Twitter ora X e di Space X. In pochi minuti ieri mattina ha perduto lo scettro di uomo più ricco del mondo, si è visto andare in fumo – letteralmente – l’impianto di una sua fabbrica tedesca che produce le auto elettriche ed è stato denunciato da quattro ex alti dirigenti del social che lo accusano di ingiusto licenziamento. Nel primo caso, a sopravanzarlo nell’autorevole classifica dei miliardari stilata del Bloomberg Billionaires Index – che tiene conto dell’andamento dei mercati e dell’economia – è l’acerrimo rivale Jeff Bezos, l’uomo Amazon, e ciò non succedeva da due anni. Fra i due ballano duemila milioni di dollari: il patrimonio dell’imprenditore sessantenne del Nuovo Mexico è infatti di 200 miliardi, quello del cinquantaduenne sudafricano con passaporti di Canada e Stati Uniti si ferma due miliardi sotto. Staccato, si fa per dire, a 197 è il patron di Lvmh, il colosso del lusso, Bernard Arnault, 75 anni, francese e primo europeo.
Ma a Musk brucia ancor più nel vero senso della parola quanto è accaduto ieri mattina in Germania dove un incendio doloso ha fermato la fabbrica di Grunheide, vicino a Berlino; la produzione potrebbe essere interrotta o molto rallentata per una decina di giorni con una perdita netta che è già di 100 milioni per l’azienda. Il sabotaggio – che ha causato l’interruzione dell’energia elettrica in una vasta area del Brandeburgo – è stato rivendicato da un gruppo di estrema sinistra che si chiama Vulkangruppe (gruppo vulcanico): "Con il nostro attacco ci siamo posti l’obiettivo di ottenere il più grande blackout possibile della gigafactory di Tesla". L’incendio del traliccio dell’alta tensione ha costretto all’evacuazione di tutta la fabbrica. La reazione di Musk è stata veemente e affidata ovviamente a X: "Questi o sono gli eco-terroristi più stupidi sulla Terra o sono burattini di coloro che non hanno buoni obiettivi ambientali. Interrompere la produzione di veicoli elettrici, piuttosto che di veicoli a combustibile fossile, è estremamente stupido"; le ultime due parole il patron le ha scritte direttamente in tedesco.
I vandali sono stati definiti "criminali" dalla ministra dell’Interno tedesca, Nancy Faeser, che ha dichiarato come "un simile attacco non può essere giustificato da nulla", ordinando un’indagine molto severa sui mandanti politici. L’incidente ha subito influito sulla seduta della Borsa di New York dove Tesla Motors ha perso in avvio il 5,07%.
Infine la causa giudiziaria che contro Twitter è stata mossa dall’ex amministratore delegato Parag Agrawal, l’ex direttore finanziario Ned Segal, l’ex responsabile del settore legale Vijaya Gadde e l’ex consulente legale Sean Edgett. Sostengono che Musk, appena acquistata l’azienda, "li aveva licenziati accusandoli di cattiva gestione e rifiutandosi in questo modo di pagare loro alcuni indennizzi". Ora i quattro chiedono 128 milioni di dollari.