Mercoledì 7 Agosto 2024

Nuove accuse di abusi sessuali. Denuncia di tre donne dalla Florida. Allontanato il tecnico di Jacobs

Ritirato il pass olimpico all’allenatore del velocista azzurro. Protesta l’avvocato: così si danneggiano gli atleti

Nuove accuse di abusi sessuali. Denuncia di tre donne dalla Florida. Allontanato il tecnico di Jacobs

Rana Reider, 54 anni, allenatore americano di atletica leggera

dall’inviato

Leo Turrini

Meglio chiarire subito: Marcell Jacobs non c’entra niente. Zero virgola zero. Però questa Olimpiade che non si fa mancare niente poteva non avere il suo sexgate. Dunque, ecco qua: a Rana Reider, l’allenatore americano del velocista azzurro e di tanti altri campioni (i suoi allievi attraverso gli anni hanno vinto sei medaglie ai Giochi), è stato ritirato il pass olimpico. Gli era stato concesso su richiesta della federazione canadese, essendo lui il maestro anche di Andre De Grasse, il re dei 200 metri. Tradotto: Jacobs, che ancora deve disputare la 4x100, non potrà più contare sulla discreta presenza del suo coach, l’uomo scelto nel 2023 da Marcell per rilanciare la carriera in un momento non semplice. De Grasse idem. L’avvocato di Reider ha addirittura adombrato l’ipotesi che il polverone sia stato sollevato per danneggiare i pupilli del tecnico. Quindi, Jacobs compreso.

#METOO

Ma cosa è successo? Qui il lettore deve avere pazienza, perché l’intrigo è fitto, ci sono di mezzo gli americani, i britannici, i canadesi e via Jacobs indirettamente pure gli italiani. S’intende che le versioni sono contrastanti, come non di rado accade quando si fa riferimento a vicende sessuali. Reider ha 54 anni. Nessuno discute le competenze professionali del personaggio: a lui si affidano sprinter, lunghisti e triplisti. Se non è un guru poco ci manca. E allora cosa c’entra con lui il #Metoo, il movimento socioculturale che combatte gli abusi? C’entra. O almeno così pare.

PRECEDENTE

Prima di essere assunto da Jacobs, l’allenatore era stato condannato a dodici mesi di libertà vigilata. Aveva ammesso di fronte alle autorità del suo paese di avere intrattenuto una relazione con una delle sue atlete, una sprinter di ventisei anni più giovane di lui. In effetti Reider si occupa della preparazione di uomini e donne. Secondo gli esiti della indagine, il rapporto tra coach e allieva presentava "uno squilibrio di potere".

IN TRE

Chiusa lì? Ma no, figuriamoci. Durante l’ultimo weekend tre donne, una delle quali anonima, hanno promosso una causa contro Reider presso un tribunale della contea di Broward, in Florida. Una atleta ha accusato Reider di abuso sessuale ed emotivo. Nella denuncia si parla anche di molestie sessuali e verbali. Fonti americane hanno fatto sapere che Usa Track & Field, la federatletica di Washington, era al corrente della situazione e aveva attivato misure preventive. Avevano, gli statunitensi, ricordato che al discusso coach era stato negato l’accredito agli ultimi due mondiali di atletica, nel 2022 e 2023.

LA REPLICA

Espulso di fatto dai Giochi, mister Reider ha affidato la replica all’avvocato Ryan Stevens. Che mica l’ha toccata piano. Dopo aver confermato che il comitato olimpico canadese aveva inviato una lettera ufficiale a conferma del ritiro dell’accredito, il legale ha contestato che non sia stato accordato a Reider il modo di difendersi. Non solo.

IL SOSPETTO

L’avvocato ha dichiarato che una delle persone che hanno sporto denuncia lo ha fatto per danneggiare le prestazioni degli atleti allenati da Reider (Jacobs, ripeto, ha ancora la staffetta nella quale dovrà difendere l’altro oro di Tokyo). Leggere per credere: "Reider è stato ingiustamente privato delle sue credenziali di allenatore olimpico, sulla base di affermazioni vecchie di anni in una causa da parte di ex atlete in cerca di guadagno. È una brutta giornata per le Olimpiadi quando la paura di cattiva pubblicità da parte di un organo di governo ha la priorità rispetto agli atleti. Coach Reider non ha sanzioni pendenti contro di lui da parte di alcun organo di governo. Quelli che vengono danneggiati in tutto questo sono gli atleti improvvisamente costretti a competere senza il loro allenatore, incluso uno dei migliori velocisti canadesi".