Venerdì 19 Luglio 2024

La nuova variante Covid spinge i contagi anche in Italia: 4 su 10 sono KP.3

Appartiene alla famiglia di varianti Omicron, che presenta sintomi meno gravi. Più colpiti gli over 80. In aumento l’indice di trasmissibilità, ma restano stabili i ricoveri in ospedale

Covid

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Roma, 19 luglio 2024  – Mentre negli Usa continua la crescita dei casi Covid legati alle nuove varianti, anche l’Italia fa i conti con un’ondata di contagi legati alla dominante KP.3, ormai responsabile di oltre 4 casi su 10. I dati del monitoraggio settimanale di Iss e Ministero della Salute registrano +66% nell'ultima settimana, sfiorando le 9 mila segnalazioni.

Resta sostanzialmente stabile l'occupazione dei posti letto in area medica: 1.183 ricoverati, pari all’1,9%, mentre la settimana precedente era dell’1,6%. Stabile anche l'occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,5% (43 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità sono come sempre più elevati tra i fragili e gli anziani.

L'indice di trasmissibilità (Rt) calcolato con dati aggiornati al 17 luglio 2024 e basato sui casi con ricovero ospedaliero, è pari a 1,20, in leggero aumento rispetto alla settimana precedente quando era pari a 1.  L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in lieve aumento nella maggior parte delle Regioni rispetto alla settimana precedente. La regione con più contagi è il Lazio (29 casi per 100.000 abitanti) mentre nelle Marche si registra meno di un caso ogni 100.000 abitanti. Il maggior numero di positivi tra gli anziani di età compresa tra 80 e 89 anni e gli ultranovantenni. Ma complessivamente i casi sono in aumento anche nelle altre fasce di età. Oltre il 40% dei casi è riconducibile alla variante KP.3, rispetto a 24.4% del mese di maggio 2024.

La KP.3 appartiene alla famiglia di varianti Omicron, che, in generale, è meno patogena. Questo significa che, pur essendoci ancora decessi tra le persone più fragili, la severità dei sintomi è tendenzialmente inferiore rispetto alle prime varianti del virus.  Senza contare che l'immunità ibrida, dovuta sia alle infezioni contratte in precedenza sia alla vaccinazione, offre una buona protezione, anche se non totale. “Il virus del Covid-19 è camaleontico – spiega il virologo Fabrizio Pregliasco –  e si caratterizza proprio per la sua capacità di mutare. Ma ogni volta che il virus si replica, possono verificarsi errori nella sequenza genomica. Alcuni di questi passano inosservati, mentre altri possono offrire vantaggi al virus in termini di immunoevasività, cioè una maggiore capacità di sfuggire al sistema immunitario e di conseguenza diffondersi maggiormente tra la popolazione”.