
Tensione a Montecitorio. Il Guardasigilli: attacchi per evitare la riforma della Giustizia
La Camera ha respinto la sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia Carlo Nordio per la vicenda del torturatore libico Almasri. La mozione era stata presentata dalle opposizioni, tranne Azione che, pur condividendo nel merito le critiche al Guardasigilli, non ritiene utile lo strumento della sfiducia e, per questo, non ha partecipato al voto. Soddisfatto il ministro ("il Parlamento è sovrano"), che non risparmia stilettate alle forze di minoranza ("mi accusano di tutto, sembra l’Inquisizione") e ribadisce la ferma volontà del governo di andare avanti sulla riforma della separazione delle carriere, vero obiettivo degli attacchi, a dire del ministro e della maggioranza. In Aula la mattinata scorre relativamente tranquilla (non c’è il pienone tra le fila della maggioranza e dell’esecutivo). Gli animi si surriscaldano durante gli interventi della segretaria del Pd Elly Schlein e del capogruppo FdI Galeazzo Bignami. La seduta di Montecitorio inizia con le repliche di Nordio, il quale ribadisce che il provvedimento della Cpi sul mandato di arresto nei confronti di Almasri conteneva errori, tanto che la Corte stessa ha dovuto modificarlo e di essersi preso 48 ore di tempo per valutare. Perché un "ministro non è un passacarte".