Alle Olimpiadi di Parigi le polemiche non smettono di prendersi la scena. Ora scoppia il caso Imane Khalif. L’atleta algerina sfiderà oggi l’azzurra Angela Carini nel torneo di boxe, categoria welter. Mentre venerdì l’altra pugile, la taiwanese Li-Yuting, sfiderà l’uzbeka Turdibekova. Entrambe non avevano superato il gender test ai mondiali di boxe. Ma il Cio le ha ammesse, come già a Tokyo 2020. La Boxing Unit ha assicurato che tutti i pugili che partecipano rispettano le norme di ammissibilità e iscrizione alla competizione. Khelif è stata fermata a New Delhi per livelli troppo alti di testosterone: dai test del Dna erano emersi cromosomi XY e arrivò la squalifica. C’è poi il precedente della mezzofondista sudafricana Caster Semenya, a cui un tribunale svizzero nel 2019 ha dato torto escludendola dal mondiale di atletica dopo il cambio di regole della Iaaf. La stessa Carini prova a spegnere le polemiche sul nascere, ma non basterà: "Decide il Cio, io mi adeguo e darò tutta me stessa".
IL MINISTRO ABODI
Il primo a prendere posizione in Italia è il ministro dello Sport Andrea Abodi. In una nota dice di trovare "poco comprensibile che non ci sia un allineamento nei parametri dei valori minimi ormonali a livello internazionale, che includa quindi europei, mondiali e Olimpiadi. Tante discipline sportive hanno posto dei vincoli per le atlete e atleti transgender necessari per poter permettere di gareggiare alle stesse condizioni. In questo caso assistiamo a un’interpretazione del concetto di inclusività che non tiene conto di fattori primari e irrinunciabili". Il presidente del Senato Ignazio La Russa attacca: "Un transgender algerino contro una donna italiana ai Giochi olimpici… È politicamente scorretto dire che tifo per la donna?". Poi è la volta del leader della Lega Matteo Salvini: "Che un uomo combatta contro una donna mi sembra poco olimpico. Questo la prende a pugni, a botte, non giocano a scacchi. Abbiamo chiesto un’informativa al ministro dello Sport".
LA POLEMICA POLITICA
A cavalcare la polemica politica FdI e Lega. "Domani (oggi, ndr), in un incontro della boxe femminile alle Olimpiadi, un pugile biologicamente uomo combatterà come donna contro un’atleta italiana. Una scelta che viola i principi che sono alla base delle discipline sportive, tradisce la dignità e le battaglie delle donne e consentirà a un uomo trans di picchiare una donna su un ring", dice la senatrice FdI Giulia Cosenza. "Con questa nuova tendenza, che tocca anche lo sport, a essere penalizzate sono solo ed esclusivamente le donne. La Lega dice no. Con questa decisione, peraltro in contraddizione con quanto stabilito dalla International boxing association, si va contro l’etica dello sport e i diritti delle donne in nome dell’ideologia woke", sostiene Laura Ravetto. Risponde la deputata Pd Laura Boldrini: "C’è chi tira in ballo la violenza maschile sulle donne. Non se ne occupano mai, non fanno che attaccare le femministe che denunciano la cultura patriarcale che la genera, ma la usano strumentalmente quando c’è da fomentare l’odio contro la comunità Lgbtqia+". Secondo Gaynet, Khelif sarebbe in realtà intersessuale – con caratteri sessuali primari e/o secondari non definibili come esclusivamente maschili o femminili – e identificata come donna fin dalla nascita.
IL CONI E IL CIO
Intanto il Coni fa sapere di essersi "attivato con il Comitato olimpico internazionale affinché i diritti di tutti gli atleti e le atlete siano conformi alla Carta Olimpica e ai regolamenti sanitari". Lo stesso Cio assicura: "Questi pugili sono del tutto idonei, sono donne sui loro passaporti, sono donne che hanno gareggiato alle Olimpiadi di Tokyo e gareggiano da molti anni, penso che abbiamo tutti la responsabilità di moderare la situazione e non trasformarla in una caccia alle streghe". "Cosa altro deve succedere per porre fine a questa follia?", tuona JK Rowling, l’autrice di Harry Potter che da tempo ha intrapreso un battaglia personale contro i transgender.