Sabato 24 Agosto 2024
LEO TURRINI
Cronaca

Non dobbiamo dubitare del campione

Dopo lunga attesa, emergono sospetti su Jannik Sinner nel tennis italiano. Leo Turrini difende l'integrità del campione, escludendo l'ipotesi di doping e sottolineando possibili negligenze. Auspica che sia solo un incidente di percorso.

Jannik Sinner (foto Ansa)

Jannik Sinner (foto Ansa)

Per la serie: mai una gioia. Noi italiani abbiamo aspettato per oltre mezzo secolo l’apparizione di un fuoriclasse sui campi del tennis. Intere generazioni hanno atteso si materializzasse finalmente l’erede di Adriano Panatta. La messianica pazienza è stata premiata quando un formidabile giovanotto alto atesino ha cominciato a conquistare trofei, compresa la mitica Coppa Davis. E adesso, quasi passando all’improvviso dal sogno all’incubo, eccoci qua: Sinner è sfiorato, lambito, coinvolto in una complicatissima storia che mescola sospetti e certezze, mentre sullo sfondo si staglia il fantasma del doping e nell’aria si respira l’odore acre dello zolfo. Ora, delle due l’una. O crediamo alla versione del campione, alle sue spiegazioni, alle stesse conclusioni assolutorie cui, almeno sin qui, sono pervenute le autorità. Oppure, in omaggio alle peggiori tradizioni italiche, ci abbandoniamo al rifiuto della presunzione di innocenza, all’inconfessabile desiderio di dileggiare qualunque celebrità venga a trovarsi in una situazione sgradevole. Naturalmente, chi è pronto a sposare la linea colpevolista deve essere consapevole che mette in discussione l’integrità del personaggio, la sua onestà, la sua buona fede.

Su questo voglio essere molto netto. Per quel poco che conosco Sinner, non sono disposto a dubitare di lui. Ho sempre apprezzato, al di là delle qualità del tennista, il suo approccio alle cose dello sport. Non ce lo vedo a trafficare sotto banco con pomate misteriose o altri intrugli generati dalla insana propensione all’imbroglio. Per quanto è possibile capire da lontano, sicuramente nella vicenda ci sono state forme di negligenza, di sciatteria, di pressapochismo. E già questo è sufficientemente grave. Ma da lì ad arrivare ad immaginare il dolo il passo è lunghissimo. Preferisco augurarmi ed augurare a Sinner che questo sia soltanto un incidente di percorso sulla strada di una carriera che un pochino appartiene ad ognuno di noi. Perché nella vita di ogni essere umano ci sono leggerezze ed errori che possono, anzi debbono trasformarsi in lezioni. In questo Sinner può essere davvero uno di noi.