Sabato 21 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Noemi Durini, il fidanzatino confessa l'omicidio

Il 17enne ha confessato l'omicidio della sedicenne, e ha accompagnato i carabinieri nelle campagne salentine dove è stato trovato il corpo di Noemi. La ragazza forse uccisa a pietrate il giorno della scomparsa. Indagato anche il padre del ragazzo Noemi Durini, il fidanzato sfascia un'auto: in un video lo scatto d'ira

Noemi Durini in una foto tratta dal suo profilo Facebook - Ansa

Lecce, 13 settembre 2017 - Colpo di scena nelle indagini sulla scomparsa di Noemi Durini, la 16enne che il 3 settembre è uscita dalla sua casa di Specchia (in leggins e maglietta, senza portare soldi né cellulare) per non tornare più. Il fidanzatino 17enne della ragazza, da poche ore indagato, ha confessato l'omicidio. Anche il padre del 17enne è indagato, in concorso con il figlio, per lui accuse di sequestro e occultamento di cadavere. Il giovane ha accompagnato i carabinieri nel luogo in cui si trovava il cadavere della sua fidanzatina. Il corpo senza vita della ragazzina stato trovato nelle campagne di Castignano di Leuca, in località San Giuseppe, in una zona agricola adiacente alla strada provinciale per Santa Maria di Leuca. Il cadavere era coperto da alcuni massi.

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Noemi Durini, il fidanzato sfascia un'auto: in un video lo scatto d'ira

Un malore avrebbe colpito la madre di Noemi dopo aver appreso, presso la Prefettura di Lecce, la notizia della confessione. In prefettura, dove alle 13.30 era prevista una conferenza stampa alla presenza dei genitori della ragazzina, è giunta un'ambulanza.

La furia dei social contro il fidanzatino

L'iscrizione del nome del 17enne nel registro degli indagati per omicidio volontario è stata disposta dopo l'analisi delle dichiarazioni rese dal ragazzo ai carabinieri e sulla base degli elementi finora raccolti dagli investigatori, coordinati dal pm del Tribunale per i minorenni Anna Carbonara. Più volte interrogato, dopo la scomparsa della giovane, il fidanzatino aveve fino adesso fornito dichiarazioni contraddittorie

Posta sotto sequestro l'auto su cui la ragazza è stata vista per l'ultima volta. Si tratta di una Fiat 500 di proprietà di un familiare del fidanzato 17enne di Noemi, che l'avrebbe utilizzata proprio la mattina in cui la giovane è sparita. Sulla vettura non sono state rilevate né tracce di sangue né altri elementi che possano far pensare ad un evento violento. La certezza che i due fossero sull'auto poche ore prima della scomparsa della giovane arriva dalle riprese di una telecamera di sicurezza di un'abitazione di Specchia. 

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Il fidanzato, fino all'ammissione, aveva sempre ripetuto la stessa versione ovvero di avere incontrato Noemi all'alba del 3 settembre e di averla lasciata nei pressi del campo sportivo di Specchia, a poca distanza dalla sua abitazione. Gli investigatori si sono concentrati sulla ricostruzione di tale versione, analizzando i tabulati telefonici di diverse persone, al fine di ricostruire i loro movimenti in quella domenica mattina. 

Lo scatto d'ira del fidanzato di Noemi in un video (Ansa)
Lo scatto d'ira del fidanzato di Noemi in un video (Ansa)

Qualche tempo fa la mamma di Noemi aveva segnalato alla magistratura minorile il ragazzino a causa del suo comportamento violento. La donna chiedeva ai magistrati di intervenire per allontanare il ragazzo dalla figlia. Ne seguirono due procedimenti: uno penale per violenza privata, l'altro, civile, per verificare il contesto familiare in cui vive il giovane e se fossero in atto azioni o provvedimenti per porre fine alla sua indole violenta. Ma i procedimenti non hanno portato ad alcun provvedimento cautelare. L'unica conseguenza che ha prodotto la denuncia della mamma della 16enne è stato un inasprimento dei rapporti tra le famiglie dei due fidanzati.

Anche Davide, cugino di Noemi, conferma la precedente denuncia e punta il dito contro il fidanzato presunto assassino: "era possessivo e geloso, non voleva che mia cugina vedesse altre persone, la picchiava". Il giovane racconta: "Noemi, assieme ai genitori, era andata anche in caserma per denunciare le aggressioni subite dal diciassettenne, e aveva ancora i segni della violenza sul volto, ma non è stato fatto nulla".

La famiglia di Noemi non ha mai smesso di lanciare appelli sulla sparizione. Sia la madre di Noemi, Imma Rizzo, che la sorella 22enne Benedetta, ieri hanno ribadito di avere fiducia nel fatto che la ragazza possa essersi allontanata volontariamente e che possa tornare presto a casa. Benedetta Durini dovrebbe discutere la tesi di laurea a Reggio Emilia il 28 settembre e aveva auspicato che la sorella potesse essere presente ai festeggiamenti.

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UCCISA IL GIORNO DELLA SCOMPARSA - I primi accertamenti medico legali compiuti sul corpo della sedicenne hano stabilito che Noemi è stata uccisa lo stesso giorno in cui è scomparsa da casa, il 3 settembre scorso. Dopo il ritrovamento il corpo della sedicenne è stato caricato su un carro funebre. È stato adagiato in una bara bianca e accompagnato tra i pianti dei numerosi famigliari della vittima che sono sul posto.

FORSE AMMAZZATA CON LE PIETRE - Sempre dai primi rilevamenti sembra che Noemi sia stata uccisa con uno o più colpi di pietra, uno dei quali l'ha raggiunta alla testa. Tracce di sangue sono visibili sul luogo dove è stato ritrovato il cadavere, coperto di sassi, a Castrignano del Capo.

IL NONNO: L'HO VISTA SABATO, ERA TRANQUILLA - Il nonno di Noemi riesce a dire poche parole ricordando la nipote: "L'ho vista l'ultima volta il sabato sera precedente al giorno della scomparsa. Era tranquilla", e poi scoppia a piangere, appoggiato ad un muro vicino casa della nipote. Nonno Vito scuote la testa quando gli si chiede se sapesse che la mamma di Noemi aveva denunciato il 17enne perché violento. "L'ho visto solo una volta", facendo capire che era all'oscuro dei difficili rapporti di Noemi con il fidanzato. Paretni e amici gli sono vicino, lo invitano ad essere forte, lui risponde tra le lacrime: "La forza dopo un po' se ne va".

Sulla destra la casa di Noemi Durini presidiata dai carabinieri (Ansa)
Sulla destra la casa di Noemi Durini presidiata dai carabinieri (Ansa)

Poi nonno Vito riprende coraggio e afferma: "Bisognava intervenire prima. La legge comanda, fa quello che vuole. Bisognava allontanarlo prima, bisognava rinchiuderlo in una casa di cura". E ai microfoni di Telenorba il padre della mamma di Noemi aggiunge: "Io penso che il lavoro non l'abbia fatto da solo". Poi ammette che aveva immaginato la fine tragica: "Dopo tanti giorni che non avevamo notizie cose buone non ne potevano venire. Anche il fatto che a casa c'era il suo cellulare non era una cosa buona. Abbiamo subito avuto sospetti nei confronti del fidanzato".

FIORI SULLE PIETRE MACCHIATE DI SANGUE - Persone provenienti dalle zone vicine continuano a portare mazzi di fiori e ceri sul luogo dove è strato ritrovato il corpo di Noemi. Qualcuno scoppia anche a piangere sostando davanti al cumulo di pietre che copriva il corpo della ragazza. Noemi era vestita: aveva indosso i leggings di colore nero, la maglietta nera e le scarpe da tennis bianche e nere, gli stessi indumenti che aveva quando si è allontanata da casa il 3 settembre scorso per salire sulla vettura guidata dal fidanzato 17enne. 

FIDANZATO SOTTO INTERROGATORIO - Il 17enne, accusato dell'omicidio della giovane Durini, è sotto interrogatorio da alcune ore e al termine sarà sottoposto a fermo per omicidio volontario. Al giovane la procura per i minorenni di Lecce dovrebbe avere contestato anche il reato di occultamento di cadavere, accusa che deriva dal fatto che il corpo della vittima era coperto da "una catasta di pietre", spiegano gli inquirenti. Nelle stesse ore è in atto una capillare perquisizione da parte di una ventina di carabinieri, alcuni dei quali del Ris di Roma, nell'abitazione della famiglia del ragazzo a Montesardo, frazione di Alessano: si cercano tracce, anche biologiche, della ragazza. 

PER IL PADRE DEL 17ENNE ACCUSE DI SEQUESTRO E OCCULTAMENTO - Un avviso di garanzia per sequestro di persona e occultamento di cadavere è stato notificato al papà del fidanzato 17enne. L'atto è stato notificato all'indagato in occasione della perquisizione in corso nell'abitazione di famiglia a Montesardo, frazione di Alessano.