Lunedì 3 Febbraio 2025
BOLZANO
Cronaca

No al leader di ultradestra: "Non è un ospite gradito". L’hotel: noi siamo liberali

Alexander Gauland, co-fondatore del partito tedesco Afd, era un cliente storico. La titolare dell’albergo Elephant di Bressanone: "Non è più compatibile con noi". I nazionalisti sudtirolesi: "Chi paga e si comporta bene può tornare. Vale per tutti".

Alexander Gauland, co-fondatore del partito Alternative für Deutschland (Afd)

Alexander Gauland, co-fondatore del partito Alternative für Deutschland (Afd)

di Viviana Ponchia

"Siamo una struttura liberale e Alexander Gauland non è più compatibile con noi". La struttura liberale è l’albergo Elephant di Bressanone, un quattro stelle con 500 anni di storia "ricco di tradizione che coniuga l’eleganza di un grand hotel con il calore di una raffinata ospitalità". Gauland, co-fondatore di Alternative für Deutschland (Afd), partito estremista sempre più estremo, è colui che ha riabilitato i nazisti esaltandone le doti strategiche, le capacità militari e la statura individuale. Con gentile fermezza a ottobre la titolare dell’Elephant, Elisabeth Heiss, ha messo in chiaro che il politico in bilico sulla storia non è più ospite gradito: "Ci sono molti alberghi belli in Alto Adige. Non l’abbiamo cacciato. Ho cercato il dialogo e gli ho semplicemente suggerito di non venire più, per motivi personali ma anche di fondo".

Il caso esplode a scoppio ritardato, la destra sudtirolese non ci sta e scatena un acceso dibattito su ospitalità e valori liberali, con reazioni contrastanti da parte della politica locale e della comunità. Critiche arrivano dall’ex comandante degli Schutzen (le milizie per la difesa territoriale che si ispirano alle tradizioni dei bersaglieri tirolesi) Jürgen Wirth Anderlan, secondo il quale "la linea rossa viene superata se improvvisamente ospiti non sono più grati a causa della loro visione politica". "Il vero scandalo – dice – è che l’albergo è molto noto e i titolari sono buonisti che parlano sempre di libertà di espressione e tolleranza". Anche i Freiheitlichen sudtirolesi condannano la scelta. Il segretario Roland Stauder è categorico: "Se qualcuno soggiorna in Alto Adige, si comporta normalmente e paga, allora è un ospite gradito e può tornare. Questo deve valere per tutti". E aggiunge: "Non è accettabile che un albergatore dica che un certo ospite non sia in linea con la sua visione politica".

Forse però dipende dalla visione politica. Il presidente onorario dell’Adf era andato a lamentarsi in un talk show televisivo in Germania, considerando un affronto non essere più il benvenuto in una struttura dove da decenni passava le vacanze. Ma era sempre lui ad avere sostenuto che "nelle due guerre mondiali i generali mostrarono grandi doti tattiche e i soldati fecero cose di cui essere "orgogliosi". Si può dare una stanza e una minestrina a chi pronuncia parole pericolose chiedendo "giustizia" per i componenti della Wehrmacht? "Se i francesi sono giustamente orgogliosi del loro imperatore Napoleone e i britannici lo sono di Nelson e Churchill, noi abbiamo il diritto di essere orgogliosi di quanto fatto dai soldati tedeschi nelle due guerre mondiali". Eccola la posizione dell’ospite, che non ha mai citato il Kaiser del primo conflitto mondiale, né il fuhrer che portò la Germania all’annientamento, ma in compenso ha ricordato le doti strategiche di Rommel, il generale passato alla storia come "volpe del deserto".

Gauland cerca solo un po’ di riposo in un posto come si deve, ma porta con sé convinzioni pesanti e su di lui pende un’accusa di incitamento all’odio razziale per i commenti durante un raduno ai danni di Aydan Özoguz, commissario del governo per l’integrazione. Avere trascorso diverse estati all’ Elephant, dimostrando legami duraturi con la struttura, non conta. E Bressanone, città storicamente accogliente, ora si trova a riflettere sull’ospitalità, l’inclusione e la tolleranza. Il turismo va a sbattere contro la memoria, il discorso politico si complica.