di Giovanni Rossi
La Fifa sposa i desideri del Qatar. Niente scritta ’One Love’, e soprattutto niente cuore arcobaleno sulla fascia dei capitani di Inghilterra, Germania, Olanda, Galles, Belgio, Danimarca e Svizzera (la Francia si era già sfilata). Né Harry Kane, né Manuel Neuer, né gli altri leader delle nazionali più sensibili al tema indosseranno la fascia dell’inclusività. L’idea, concepita per sostenere la libertà di scelta sessuale in tutto il mondo, si infrange sull’intuibile ’no’ del Qatar. Non bastano il precedente Uefa in Nations League e la revisione cromatica dell’iride per non offendere platealmente i padroni di casa. La proposta risulta egualmente indigeribile ai guardiani dell’amore. E così il disegno a cuore con sfondo arcobaleno attenuato, con il numero ’1’ al centro in bianco, e con le scritte nere ai lati ’One’ e ’Love’, viene cassato.
Il Paese ospitante, dove molti diritti della persona sono negati e ostacolati, non ha neppure bisogno di fiatare. È la Fifa a incaricarsi del lavoro di polizia. Brandendo il regolamento come una clava e recapitando minacce di squalifica ai capitani, la massima autorità del calcio riporta i ribelli sulla via della neutralità e dell’omologazione. Unica concessione: l’adozione anticipata (volontaria) della fascia con la scritta ’No discrimination’ , o in alternativa ’Protect Children’ o ‘Save the planet’, senza riferimenti Lgbtqi+.
Nelle competizioni "il capitano di ogni squadra deve indossare la fascia da capitano fornita dalla Fifa", è il richiamo ufficiale. Così, dopo la piena libertà accordata ai rispettivi capitani dalle federazioni inglese e tedesca, la Fifa boccia il cuore arcobaleno paventando sanzioni e squalifiche: "Qualora un giocatore indossi attrezzatura o gioielli non autorizzati, sarà invitato dall’arbitro, che gli infliggerà un’ammonizione, a uscire dal campo". Ai Paesi sotto esame la pressione appare subito "chiara". Specie "sulle sanzioni in cui i capitani incorrerebbero indossando la fascia ’One Love’", fanno sapere le nazionali costrette alla resa. "Come federazioni non possiamo mettere i giocatori in questa posizione", è la considerazione generale in autotutela. La conseguente richiesta ai capitani è "di rinunciare" all’opzione ipotizzata. Perché per le nazionali minacciate un conto è "pagare multe", un altro rischiare ammonizioni o uscite dal terreno di gioco, con inevitabili riflessi anche sulla competizione. Ma su questo punto i dirigenti glissano. "Siamo molto frustrati dalla decisione senza precedenti della Fifa", è il verdetto politico, plateale bocciatura del diktat ricevuto.
Gianni Infantino, presidente del calcio mondiale, tira dritto. Il suo pensiero è noto: "Tutti sono i benvenuti. Se qualcuno dice il contrario non è l’opinione del paese e non è certamente l’opinione della Fifa". Ma la Football Supporters Association (Fsa) critica duramente il numero uno del pallone: "Sentiamo disprezzo per chi mostra i suoi veri valori dando il cartellino giallo ai calciatori e il cartellino rosso alla tolleranza. Mai più un Mondiale dovrà essere assegnato solo sulla base di denaro e infrastrutture. Nessun Paese che non rispetta i diritti Lgbtqi+, delle donne o dei lavoratori deve ricevere l’onore di ospitare la Coppa del Mondo".