Milano, 2 settembre 2024 – “Dal male che ho vissuto voglio far nascere un messaggio positivo per rompere il silenzio, spiegare ai ragazzi l’importanza del dialogo in famiglia, dell’ascolto e del confronto. I segnali di un disagio, di qualcosa che non va, vanno colti prima che sia troppo tardi”. Nicolò Maja, unico sopravvissuto alla strage familiare di Samarate a settembre tornerà nelle scuole per incontrare adolescenti, raccontare la sua esperienza e dialogare con loro. La notte fra il 3 e il 4 maggio 2022 suo padre, l’interior designer Alessandro Maja che ora sta scontando una condanna definitiva all’ergastolo, ha ucciso a colpi di martello la moglie, Stefania Pivetta, e la figlia 16enne Giulia, nella villetta di famiglia nel Varesotto. Si è accanito anche contro Nicolò, e lo ha ridotto in fin di vita. Il ragazzo, che ora ha 25 anni, sta affrontando una lunga battaglia per “tornare a una vita normale”. Ieri per lui è stata una giornata serena: tifoso della Ferrari, ha assistito al Gran premio di Monza, ospite dell’assessora regionale alla Cultura Francesca Caruso. Di sera, invece, la partita del Palermo, sua squadra del cuore.
A Paderno Dugnano c’è stata l’ennesima strage familiare. Quale riflessione si può fare?
“Non conosco i contorni della vicenda, ma quello che posso dire è che il mondo della scuola può svolgere un ruolo importante, sia per cogliere i segnali di disagio sia per offrire figure di sostegno fuori dalla famiglia. Per questo sto partecipando a incontri con i ragazzi su temi come la violenza sulle donne, il bullismo, le droghe, l’importanza dell’ascolto”.
Come sta procedendo il suo percorso per tornare a una vita normale?
“Dal punto di vista sanitario la fase più delicata è terminata ma ci sono sempre controlli da fare. Sto inoltre per realizzare un mio sogno, quello di trovare un lavoro: ho partecipato a una selezione di Leonardo (colosso del settore aerospaziale, ndr) e se tutto andrà bene potrei essere assunto nel settore dell’assistenza clienti. Poi cercherò un appartamento dove vivere da solo, vicino a quello dei miei nonni materni”.
Quale ricordo resta di sua madre e sua sorella?
“Loro sono sempre con me, in ogni momento. Erano due persone speciali, sempre sorridenti. Quando ero giù di morale mi abbracciavano e mi facevano sentire felice. Non riesco ancora a darmi una spiegazione per quello che è successo”.
Sarebbe pronto a incontrare suo padre?
“Non so quando sarò pronto ad avere un incontro faccia a faccia, al di là delle lettere. Non è ancora il momento. Per me è importante dare un contributo contro la violenza, che spesso si nasconde tra le mura domestiche”.