L’identità dei genitori è stata verificata tramite il test del Dna, e la giovane avrebbe ammesso di essere lei la mamma. Una settimana fa gli inquirenti sarebbero poi ritornati nell’area circostante la villetta ed avrebbero iniziato nuovamente a scavare, muovendosi con una certa sicurezza. E il terreno avrebbe restituito i poveri resti di un altro piccino, non è chiaro se risalenti ad un periodo antecedente alla morte del primo o contemporanei.
La terribile notizia, data durante la puntata di venerdì sera del programma Quarto Grado, su Rete4, non trova né conferma ma nemmeno smentita ufficiale da parte degli inquirenti che mantengono uno rigido riserbo. Sarebbero stati disposti esami del Dna ed ulteriori approfondimenti. I genitori sono gli stessi due 22enni? Si trattava di due gemellini? Quando e in quali circostanze è morto il secondo infante? Chi lo l’ha seppellito? Domande angoscianti, che lasciano sgomenti e che attendono quanto prima risposte.
"C’era una notizia complessa e particolare che ha sconvolto l’intera comunità. Se venisse confermata questa seconda notizia, il quadro generale si farebbe ancora più tragico e agghiacciante - ha dichiarato il sindaco di Traversetolo Simone Dall’Orto ad un’emittente locale –. Ci auguriamo che gli inquirenti possano fare chiarezza quanto prima. Non ci siamo fatti nessuna idea, è una cosa talmente grossa che è difficile da commentare. Tante persone sono rimaste come il sottoscritto senza parole”.
Eloquenti invece gli esiti preliminari dell’autopsia sul primo corpicino, svolta dalla dottoressa Valentina Buggelli, coadiuvata da un fetologo. Il neonato sarebbe nato vivo: avrebbe respirato e pianto, e sarebbe morto in seguito. Non è chiaro se il decesso sia legato a prematurità, alle circostanze del parto oppure – ed è la supposizione più sconvolgente -, proprio a causa dell’essere stato rinchiuso in un sacchetto quindi seppellito.
Tra le ipotesi di reato a carico della ragazza 22enne, oltre all’occultamento di cadavere, vi sarebbe l’infanticidio oppure l’omicidio volontario. Il primo, regolato dall’art. 578 del Codice penale, prevede che la morte avvenga durante o nell’immediatezza del parto, e che il fatto sia "determinato da condizioni di abbandono materiale e morale”; una forma attenuata di omicidio, punita con la reclusione da 4 a 12 anni. Ben più grave il sopprimere volontariamente un bimbo: la condanna non può essere inferiore ai 21 anni.