Domenica 22 Dicembre 2024
GABRIELE MORONI
Cronaca

Neonati sepolti dopo la nascita, il giallo del secondo bimbo trovato: l’ipotesi che fosse ancora vivo

Dal materiale raccolto nell’ultimo sopralluogo a Traversetolo, i carabinieri cercano tracce biologiche del piccolo. Chiara Petrolini aveva detto che il primo figlio era nato morto. Il sospetto che sia stata aiutata a partorire

Traversetolo (Parma), 19 settembre 2024 – Esce la versione di Chiara Petrolini. Intanto si indaga sul possibile coinvolgimento, nel doppio dramma di Traversetolo, di altre persone, complici o semplicemente a conoscenza. Interrogata la prima volta, Chiara si attesta sulla negativa assoluta. Per il neonato nato lo scorso 7 agosto e rinvenuto due giorni dopo avvolto in un telo, le mettono davanti la granitica certezza scientifica del Dna. Confessa o meglio ammette. È suo figlio. È nato morto. Lo ha sotterrato. Ha fatto tutto da sola. L’autopsia la smentisce: c’era aria nei polmoni del neonato, partorito al nono mese di gravidanza, era vivo quando ha iniziato il suo brevissimo, effimero viaggio nella vita. Il 13 settembre esce la notizia del secondo ritrovamento, avvenuto la settimana prima, anche questo nella villetta bifamiliare della famiglia Petrolini, in via Baietta a Vignale, frazione di 600 abitanti nel Comune di Traversetolo.

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Chiara Petrolini, accusata di omicidio premeditato, e i rilievi della Scientifica nella villetta di Traversetolo (foto Ansa)

La prima macabra scoperta era stata del tutto casuale, legata allo scavo del cane accanto a un’aiuola del giardino. Per la seconda lo scavo è stato mirato e ha riportato alla luce quello che restava del corpo di un neonato, partorito, si pensa, nel mese di maggio dello scorso anno, alla quarantesima settimana di gravidanza. Petrolini viene interrogata per la terza volta. Le mostrano la ricerca su Google con la scritta “Come si partorisce il secondo figlio?“ e quella sulla ossitocina, impiegata per l’induzione del parto. “Sì, era mio figlio”, dichiara. Qui finiscono le certezze su quello che è stato possibile apprendere. È possibile, plausibile che la donna abbia mantenuto la prima versione, il neonato venuto alla luce senza vita, la sepoltura, senza l’aiuto di nessuno. Nel pomeriggio di martedì nel villino di Vignale sono ricomparsi i Ris di Parma. Hanno scavato per cercare piccoli frammenti ossei che ancora mancano nella ricostruzione e per raccogliere in sei sacchi il terriccio che ha ricoperto il corpo del primo neonato.

Dall’esame di questo materiale si cercherà di capire se il neonato era vivo e se possa aver lasciato qualche traccia biologica, per quanto tempo è rimasto seppellito il corpo e quali sono stati i tempi di decomposizione. Chiara Petrolini è stata aiutata nei due parti? O c’era comunque qualcuno al corrente di una o di entrambe le gravidanze, nascoste dalla ragazza? Sonia Canrossi, madre di Samuel, il fidanzato, non ha avuto dubbi parlando con i giornalisti: “Non può aver fatto tutto da sola”.

La Procura della Repubblica di Parma ha affidato a un lungo comunicato la certezza, per il neonato di agosto, sulla estraneità dei genitori e del fidanzato delle 22enne. I carabinieri hanno scandagliato e scandagliano la cerchia amicale di Chiara Petrolini, soprattutto tra persone che possano essere legate in qualche modo ad ambienti sanitari, come un’amica che studia da ostetrica. Tutte hanno riferito di non avere ricevuto alcuna confidenza dall’amica, di non essersi mai accorte del suo stato, di non aver mai notato comportamenti sospetti.

La famiglia Petrolini si troverebbe a Parma, Chiara ospite della nonna paterna, i genitori e il fratello accolti in una struttura protetta. Il profilo social di Chiara e quello della madre risultano chiusi. Sono giornate e ore di attesa. La Procura parmigiana potrebbe chiedere una seconda ordinanza di custodia cautelare dopo che la prima era stata respinta dal giudice delle indagini preliminari. Il diniego era venuto quando ancora non si sapeva del secondo corpo. Quest’ultimo viene analizzato dal Ris per l’estrazione e la comparazione del Dna, mentre accertamenti medico legali sono affidati al Labanof, il Laboratorio di antropologia e odontologia forense dell’Università degli Studi di Milano. Per il corpo dell’altro bambino sono stati nominati il medico legale Valentina Bugelli e un fetologo.