Giovedì 19 Dicembre 2024
GABRIELE MORONI
Cronaca

Neonati sepolti in giardino. Mamma ai domiciliari, i pm chiedono il carcere: "Genitori inaffidabili"

Secondo il giudice per le indagini preliminari non c’è pericolo di reiterazione, ma per la Procura la presenza della 21enne in casa è incompatibile con la famiglia "I coniugi non si sono mai accorti di quello che avveniva nell’appartamento".

Chiara Petrolini, studentessa di 21 anni

Chiara Petrolini, studentessa di 21 anni

La Procura di Parma chiede nuovamente (è la terza volta) il carcere per Chiara Petrolini, la 21enne di Traversetolo agli arresti domiciliari per la vicenda dei neonati morti e seppelliti nel giardino della sua abitazione, nella frazione Vignale di Traversetolo (Parma). Lo fa tirando anche in ballo i genitori della giovane. È stato il procuratore di Parma, Alfonso D’Avino, a presentare appello al Tribunale del Riesame di Bologna contro l’ordinanza con cui, il 19 settembre, il giudice delle indagini preliminari Luca Agostini, pur condividendo la ricostruzione accusatoria operata dal pm Francesca Arienti, aveva disposto per la giovane donna gli arresti domiciliari anziché la custodia in carcere, come richiesto dalla Procura. Questo perché, secondo il gip, era venuto a mancare il pericolo di reiterazione del reato e perché si riteneva che la presenza dei familiari conviventi fosse sufficiente per garantire la custodia di Chiara.

L’ordinanza del gip accusa Chiara Petrolini, studentessa di Scienze dell’educazione e baby sitter, di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dal rapporto di discendenza per il bambino dato alla luce il 7 agosto scorso e ritrovato casualmente due giorni dopo il parto, e di soppressione di cadavere per il piccolo venuto al mondo il 12 maggio 2023, rinvenuto, stavolta con un scavo mirato, lo scorso 12 settembre. Per il primo neonato a essere rinvenuto la Procura reitera ora la richiesta che la madre venga indagata per soppressione di cadavere, anziché il reato meno grave di occultamento. La Procura ha quindi fatto appello, chiedendo che il seppellimento del secondo neonato (il primo a essere esumato) venga classificato come soppressione di cadavere e che per tutti i reati ipotizzati sia applicata la custodia cautelare in carcere.

In una nota il procuratore D’Avino ripercorre la vicenda e richiama il ruolo dei genitori di Chiara Petrolini. "La Procura – scrive D’Avino a proposito del provvedimento del gip – non ha condiviso questa impostazione del giudice, sia per quanto riguarda il seppellimento del 7 agosto 2024 che, nelle intenzioni dell’indagata, sarebbe stato definitivo, nel senso che quel seppellimento appariva idoneo a non essere mai scoperto così come avvenuto per il seppellimento del 12 maggio 2023 e, solo a causa dell’estemporaneo intervento dei cani, è venuto alla luce, sia per quanto riguarda le esigenze cautelari, non potendosi affidare a terzi – nella specie, peraltro, quegli stessi genitori che mai si erano accorti di ciò che avveniva in casa propria – il buon esito e l’efficacia degli arresti domiciliari".

Il capo della Procura parmigiana aggiunge anche che già "in precedenza il pm aveva presentato un appello avverso l’ordinanza" con la quale il gip "in data 2 settembre aveva rigettato la richiesta cautelare a suo tempo avanzata per il solo omicidio volontario aggravato del 7 agosto. Tuttavia, poiché, nel frattempo, era stata adottata l’ordinanza cautelare del 19 settembre, la Procura aveva presentato rinuncia a tale appello, essendo venuto a mancare l’interesse, per cui il Tribunale del Riesame ha dichiarato inammissibile questo primo appello".