Era la terza volta che la procura di Parma chiedeva per lei il carcere. Ad accogliere la richiesta è stato il Tribunale del Riesame di Bologna, che ha disposto la custodia in carcere per Chiara Petrolini, la 21enne studentessa di Scienze dell’educazione e baby sitter, indagata dopo la scoperta di due neonati sepolti nel giardino di casa, nella frazione Vignale di Traversetolo, nel Parmense. I giudici del Riesame hanno deciso il provvedimento restrittivo per l’omicidio del 7 agosto 2024 e per la soppressione dei due cadaveri, quindi anche di quello del piccolo dato alla luce il 12 maggio 2023. Chiara Petrolini è ai domiciliari a Parma con i genitori e il fratello minore. Il Riesame ha stabilito "la cattura dell’indagata e l’accompagnamento della stessa in un istituto di custodia". Ma questo, per ora, non accadrà. Si dovranno attendere il deposito delle motivazioni del Riesame e il ricorso della difesa in Cassazione.
Fin dall’inizio si era instaurata tra procura di Parma e Ufficio del giudice delle indagini preliminari una dialettica serrata, con due valutazioni contrastanti sulla necessità che Chiara Petrolini finisse o meno in cella. La prima richiesta di detenzione della procura riguardava il solo omicidio aggravato del neonato partorito lo scorso 7 agosto (quando non era ancora avvenuto il secondo ritrovamento). Il 2 settembre il gip l’aveva respinta. La procura aveva fatto appello al Riesame, salvo rinunciare dopo che era sopraggiunta l’ordinanza firmata il 19 settembre dal gip Luca Agostini. Il gip, pur condividendo la ricostruzione accusatoria della pm Francesca Arienti, aveva disposto i domiciliari, anziché la custodia in carcere, come indicato dalla Procura: era cessato il pericolo di reiterazione del reato; per l’indagata si sarebbe trattato della carcerazione; la presenza dei familiari conviventi era sufficiente per garantirne la custodia. L’ordinanza accusava la Petrolini di omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione e dal rapporto di discendenza, per il bambino messo al mondo il 7 agosto 2024 e ritrovato casualmente due giorni dopo, e di soppressione di cadavere per il piccolo nato il 12 maggio 2023 e riesumato lo scorso 12 settembre.
I pm parmigiani chiedevano al Riesame che anche per il seppellimento del neonato rinvenuto per primo la madre venisse arrestata per soppressione di cadavere (anziché solo indagata per il reato, meno grave, di occultamento, che non prevede la custodia cautelare) e che per tutti i reati venisse applicata la custodia cautelare in carcere. Sulle esigenze cautelari, il procuratore Alfonso D’Avino osservava in una nota come non fosse possibile affidare "a terzi – nella specie, peraltro, quegli stessi genitori che mai si erano accorti di ciò che avveniva in casa – il buon esito e l’efficacia degli arresti domiciliari". La richiesta al Riesame metteva in evidenza le bugie dette da Chiara alle amiche anche quando le notizie sull’accaduto circolavano ormai sui mezzi d’informazione.
Gabriele Moroni