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Un’immagine di Chiara Petrolini dopo il suo ritorno nella casa di Vignale
Chiara Petrolini resterà agli arresti domiciliari nella villetta di Vignale di Traversetolo (Parma) dove aveva partorito e, in ipotesi di accusa, ucciso e sepolto i suoi due figli appena nati, a poco più di un anno di distanza l’uno dall’altro. Niente carcere, per il momento, per la studentessa 21enne, ma sarà un nuovo giudizio del tribunale del Riesame di Bologna a rivalutare la situazione cautelare dell’indagata, su cui pende un’inchiesta dei carabinieri e un processo in Corte di assise è all’orizzonte.
Lo ha deciso la prima sezione penale della Cassazione, annullando con rinvio l’ordinanza dei giudici che il 17 ottobre avevano deciso per la custodia cautelare più severa, per il rischio che commettesse nuovi reati e ritenendo non sufficiente la sorveglianza dei genitori. L’esecuzione era rimasta sospesa in attesa della pronuncia sul ricorso della difesa. L’avvocato Nicola Tria aveva sottolineato come la "misura cautelare non può e non deve anticipare la pena". E ora esprime "soddisfazione per l’annullamento di una decisione che non si misurava adeguatamente con la peculiarità di questa vicenda, nella quale il pericolo di reiterazione di reati è quanto mai specifico e, dunque, efficacemente contenibile con la misura degli arresti domiciliari".
Petrolini da gennaio è tornata a vivere a Vignale, con la famiglia, dopo il dissequestro del luogo dei delitti, al termine degli accertamenti investigativi e dopo che, per il primo periodo di domiciliari, disposti dal Gip di Parma e scattati il 20 settembre, era stata in un’altra abitazione. Alla giovane la Procura parmigiana contesta l’omicidio e la soppressione di cadavere per il neonato partorito il 7 agosto 2024, prima di andare con i genitori in vacanza negli Stati Uniti e per il primogenito venuto alla luce il 12 maggio 2023. Nati al termine di due gravidanze di cui nessuno, familiari e fidanzato inclusi, aveva mai saputo nulla. Azioni commesse senza aiuti.