Parma, 17 gennaio 2025 – È tornata a casa e fuma. A New York sorrideva come una turista qualunque. A Natale festeggiava con i parenti. Rivede il prato dove faceva le grigliate con gli amici: il suo perimetro sicuro di ventunenne al di sopra di ogni sospetto, la tomba dei suoi figli.
Stretto dal gelo, quello è il giardino dove la accusano di avere scavato la terra con le mani per seppellire due neonati portati nella pancia senza che nessuno, apparentemente, sapesse. Il limbo incassato in quella che per tutti è diventata la villetta degli orrori di Vignale di Traversetolo, epicentro di una tragedia su cui la ragione slitta.
Dopo un trasloco di pochi mesi in un appartamento di Parma, Chiara Petrolini passerà lì il periodo degli arresti domiciliari, fra una sigaretta e un sobbalzo della memoria, in attesa della decisione della Corte di Cassazione che dovrà stabilire se confermare o revocare la custodia cautelare in carcere disposta dal Tribunale del riesame di Bologna. L’autorizzazione è arrivata dal tribunale di Parma dopo il dissequestro dell’abitazione avvenuto nei primi giorni di dicembre: “Non vi sono elementi per ritenere che commetta reati analoghi a quelli per cui si procede”. E il cinico nascosto dietro alla siepe se lo lascia scappare: non avrebbe tempo di rifarlo.
Ragazza normale, apparentemente serena, gioiosa e benvoluta, apprezzata baby sitter ed educatrice in parrocchia e nei centri estivi, fidanzata, Chiara è accusata di omicidio e soppressione dei cadaveri, i due bambini partoriti a un anno di distanza nel maggio 2023 e nell’agosto 2024. Il tribunale del riesame di Bologna non aveva avuto dubbi: poiché le morti dei neonati sono avvenute tra le mura domestiche e i loro corpicini sono stati trovati nel giardino della casa di famiglia il 9 agosto 2024, quando la nonna ha scoperto il cadavere del secondo dissepolto dai cani, gli arresti domiciliari non possono scongiurare la reiterazione dei reati.
Chiara Petrolini era stata giudicata “estremamente lucida”. Dotata di inusitata freddezza esecutiva. Portatrice di una sconcertante assenza di scrupoli o remore. Sfrontata, senza ripensamenti. Inaffidabile nelle relazioni personali anche più intime. Con “eccezionale capacità sia di nascondimento dei propri misfatto sia di mistificazione e dissimulazione”. Priva di compassione. La Procura di Parma vuole il carcere, la difesa ha presentato ricorso, il 25 febbraio ci sarà l’udienza che stabilirà se possa aspettare il processo tra le mura domestiche.
Nell’attesa, Chiara fuma dalla finestra di casa. Il procuratore di Parma Alfonso D’Avino aveva spiegato le ragioni per cui proprio lì era meglio di no: in quella villetta si è consumato il reato di soppressione di cadavere, lì il corpicino è stato abbandonato alla decomposizione. E secondo le ricostruzioni, il seppellimento del secondo bambino sarebbe avvenuto mentre i genitori erano in casa ignari di tutto, gravidanza compresa.
Motivo sufficiente per ipotizzare che mamma e papà non saprebbero scongiurare il ripetersi della storia: “Non ci si può fidare del loro controllo”. La difesa ha fornito una consulenza tecnica psichiatrica di parte nella quale si intravedono gravi disturbi della personalità. Ma bisogna approfondire (allora che fine ha fatto la “ragazza normale”?). I vicini l’hanno vista entrare e uscire dalla casa davanti a cui si fanno il segno della croce.