Cosenza, 24 gennaio 2025 - Moses Omogo Chidiebere, marito di Rosa Vespa, l'uomo accusato, insieme alla moglie, di aver rapito una neonata dalla clinica 'Sacro Cuore' di Cosenza, è stato scarcerato. Lo ha deciso il gip, all'esito dell'interrogatorio di garanzia, nel carcere di Cosenza.
Ascoltati dal gip Claudia Pingitore, alla presenza del pm Antonio Bruno Tridico e dei difensori, gli avvocati Gianluca Garritano e Teresa Gallucci, i due hanno risposto alle domande e fornito la propria versione dei fatti. In particolare, la donna si è assunta ogni responsabilità dell’accaduto, mente il marito ha ribadito di essere all’oscuro di tutto e di essere stato convinto, fino all’arrivo della polizia, che il figlio rapito fosse suo. L’interrogatorio dei due, indagati per sequestro di persona, è durato circa tre ore.
Che cosa ha detto Rosa Vespa
Rosa Vespa ha risposto per oltre un’ora alle domande del giudice, ma su molti aspetti non ha saputo dare alcuna spiegazione delle motivazioni del rapimento. Il suo racconto è stato interrotto anche da momenti di pianto in cui la commozione ha preso il sopravvento. Vespa ha detto di non aver pianificato alcun rapimento, ma dal suo racconto è emerso che ha finto una gravidanza per nove mesi. Da qui l’acquisto di indumenti per il bimbo, dei decori, le foto e i post. La donna ha escluso un coinvolgimento di terze persone ed ha precisato che non ha mai voluto farle del male.
Il rapimento della piccola Sofia
La neonata era stata rapita dalla clinica Sacro Cuore di Cosenza mercoledì pomeriggio. Un sequestro lampo, grazie alle indagini della polizia che aveva individuato in meno di tre ore la coppia. Arrivando a casa di Rosa Vespa, i poliziotti si erano trovati di fronte a una festa con i parenti, un fiocco azzurro e la piccola Sofia vestita da maschietto perché, come annunciato sui social dalla donna l’8 gennaio, quella neonata per tutti doveva essere Ansel, il bambino inesistente che la donna aveva finto di aspettare.