Sabato 29 Giugno 2024
DAMIANO VENTURA
Cronaca

Nella trappola del fiume in piena. Aggrappati al tronco per 40 minuti, in salvo tre bimbi e un’educatrice

La comitiva di un campo estivo si trovava sul Lamone, l’allarme dopo che un piccolo è finito in acqua. Tempestivi i soccorsi dei vigili del fuoco. La responsabile del centro ricreativo: è stata un’avventura.

Brisighella (Ravenna), 28 giugno 2024 – La gita al fiume, un bimbo che entra in acqua per recuperare la sua ciabatta portata via dalla corrente, la sorella e un’altra bimba che lo seguono. Poi però il fiume improvvisamente si ingrossa, l’educatrice d’istinto va in acqua e porta i tre bambini di 8, 10 e 12 anni su un tronco al centro dell’alveo del fiume. Quindi la chiamata ai soccorsi. È successo ieri a Fognano, frazione di Brisighella, a meno di duecento metri dalla casa dove erano in corso le attività del centro ricreativo estivo e dove i protagonisti della vicenda hanno vissuto quaranta minuti "intensi".

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Il fiume in questione è il Lamone le cui acque un anno fa hanno devastato il territorio faentino. Immediato è stato l’intervento dei carabinieri della locale stazione, dei vigili del fuoco giunti con squadre specializzate dal comando provinciale di Ravenna e dal distaccamento di Faenza, e del personale sanitario del 118 Romagna. In volo da Bologna si è alzato anche l’elicottero Drago.

L’operazione di recupero è stata condotta da terra e nessuno dei coinvolti è rimasto ferito. Con un sistema di corde sospese, chiamato teleferica, i vigili del fuoco hanno raggiunto e portato al sicuro i quattro. "I bambini non sono rimasti esattamente bloccati in acqua perché in quel punto si tocca. All’educatrice infatti l’acqua arrivava al ginocchio. Tuttavia dopo aver messo i bimbi in sicurezza ha voluto chiamare i soccorsi, per prudenza", ha precisato Laura Emiliani rappresentante dell’associazione Pigreco di Faenza, che per il primo anno ha organizzato il Cre (Centro ricreativo estivo) in quella casa di Fognano, sede dell’associazione Mondo Indiviso dove sono ospitati alcuni migranti. Complessivamente sono sei i bambini che questa settimana avevano partecipato alle attività del centro estivo. Ieri tuttavia erano cinque e la visita al fiume era una delle attività in programma.

La casa peraltro ha l’accesso diretto al fiume. Percorrendo in discesa per diversi metri una carraia si arriva ad uno spiazzo erboso e lì un letto naturale di terra e sassi addolcisce il fluire della corrente del fiume, abbassandone il livello. "Il bambino ha messo i piedi a mollo nonostante il diniego dell’educatrice, ma ha perso la ciabatta così è entrato in acqua per recuperarla – evidenzia Emiliani –. Io ho sentito i bambini subito dopo l’accaduto e hanno vissuto la vicenda come un’avventura, nessuno si è spaventato. L’educatrice dal canto proprio avrebbe potuto riportare i bambini a riva da sola ma visto ciò che è successo negli ultimi tempi ha fatto bene a chiamare i soccorsi, senza improvvisare".

L’educatrice, una faentina di 24 anni, laureata in Psicologia, la quale presta la propria attività presso il centro estivo è stata certamente molto lucida in quel frangente. La dinamica e la chiamata ai vigili del fuoco ha però rievocato ieri la tragedia di Natisone, in provincia di Udine, che appena un mese fa ha strappato alla vita tre giovani: Patrizia Cormos (20 anni), Bianca Doros (23 anni) e Cristian Molnar (25 anni). Episodi diversi con esiti completamente distinti ma con un unico denominatore comune: l’imprevedibilità del fiume che costituisce sempre un pericolo da considerare.