Roma, 29 gennaio 2025 – Decapitati i vertici del comune di Badolato, in provincia di Catanzaro. Il sindaco Giuseppe Nicola Parretta, il suo vice Ernesto Maria Menniti e il presidente del Consiglio comunale Maicol Paparo sono fra le 44 persone arrestate stamattina nel corso di una maxi operazione dei carabinieri che ha portato complessivamente a 15 misure cautelari in carcere e 29 ai domiciliari. L'operazione "Ostro", coordinata dalla Dda di Catanzaro ed eseguita dai carabinieri del Comando provinciale e dai militari del Ros, ha assestato un duro colpo alla cosca Gallace di Guardavalle, una delle più potenti della 'ndrangheta, con proiezioni anche fuori dei confini della Calabria, nel Lazio nell'area Anzio Nettuno ma anche in Lombardia, e diramazioni anche all'estero.
Le minacce ai cittadini
Dall'indagine è emersa la sudditanza di un intero territorio alla cosca Gallace, così radicata da tenere sotto scacco il comune di Badolato fino a condizionare le elezioni municipali ma anche l'intera comunità: minacciavano le persone dicendo loro di "poter pensare solo se lo autorizziamo noi". Ricostruito l'organigramma della consorteria, ancheo grazie a investigazioni che si sono avvalse della decrittazione di messaggi e di chat, in particolare quelli che hanno consentito ai carabinieri di individuare il superlatitante Cosimo Damiano Gallace, presunto boss inserito nell'elenco che comprendeva in cima Matteo Messina Denaro e arrestato nell'ottobre del 2021.
Arsenale acquistato in Serbia e Montenegro
"Grazie alle chat è stato quasi come stare a tavolo con lui", hanno detto gli inquirenti rimarcando lo spessore criminale del presunto boss e della sua famiglia, con un altro fratello arrestato in Sicilia mentre era in procinto di partecipare a un summit mafioso e un terzo fratello arrestato un anno dopo ad Anzio, uno dei territori "feudo" del clan guardavallese. Un clan dalla potenza di fuoco ragguardevole, con la disponibilità di un arsenale micidiale di armi "acquistate con trattative in Serbia e Montenegro", ha spiegato il procuratore facente funzioni di Catanzaro Vincenzo Capomolla: un modo per prepararsi a potenziali faide ma anche per esercitare il controllo del territorio.
Liste civette per decidere l’esito del voto
Controllo che si estendeva anche alla vita politica e amministrativa del Comune di Badolato: secondo quanto emerso dall'inchiesta, la cosca Gallace avrebbe praticamente indirizzato e deciso le elezioni comunali del 2021 con una capillare modalità di raccolta del consenso che si fondava, ovviamente, sulla capacità di intimidazione degli affiliati e su una strategia che prevedeva in quella tornata elettorale la presenza di una lista "civetta" oltre quella di Giuseppe Parretta, candidato sindaco poi eletto con una percentuale bulgara e con il capolista della lista "civetta" che ne sarebbe diventato il vice.
Controspionaggio su forze dell’ordine
Ma il controllo del territorio si declinava anche in altre forme, con la pressione sull'economia locale, grazie anche al ruolo cardine di un imprenditore organico alla cosca Gallace, e – hanno aggiunto gli investigatori – "persino un capillare controspionaggio che consentiva al clan di captare tutti i movimenti e l'attività delle forze dell'ordine, al punto che erano capaci addirittura di capire a quale reparto dell'Arma appartenesse una data pattuglia".