Sabato 27 Luglio 2024

‘Ndrangheta, le ombre della cosca sulla politica: indagati il sindaco di Reggio Calabria e il capogruppo FdI in Regione

L'indagine riguarda presunti illeciti commessi in occasione delle elezioni regionali del 2020 e del 2021 e delle comunali a Reggio del 2020

Una veduta aerea della città di Reggio Calabria e il sindaco Giuseppe Falcomatà (Ansa)

Una veduta aerea della città di Reggio Calabria e il sindaco Giuseppe Falcomatà (Ansa)

Reggio Calabria, 11 giugno 2024 – Ci sono il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà (Pd), il capogruppo al Consiglio regionale di Fratelli d'Italia, Giuseppe Neri, e il consigliere comunale in carica, Giuseppe Sera (Pd), tra gli indagati dell'inchiesta coordinata dalla Dda della città dello Stretto su presunti rapporti tra 'ndrangheta e politica. L’indagine, per la quale i carabinieri del Ros hanno eseguito 14 misure cautelari (7 in carcere, 4 ai domiciliari e 3 obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria), riguarda presunti illeciti commessi in occasione delle elezioni regionali del 2020 e del 2021 e delle comunali a Reggio del 2020. Al centro dell'inchiesta ci sono le attività e i condizionamenti esercitati sulla politica locale dalla cosca Araniti, egemone nel territorio di Sambatello (Reggio Calabria).

Il ‘Duca’ e lo scambio di voti

Tra le figure di spicco emerge quella del capocosca Domenico Araniti, 72 anni, detto ‘il Duca’, da cui si era recato uno degli indagati Giuseppe Francesco Sera, candidato nelle liste del Pd, che avrebbe accettato “la promessa di procurare voti in suo favore” da parte della cosca stessa. In particolare, il cosiddetto ‘voto di scambio’ politico-mafioso emergerebbe dal monitoraggio della campagna elettorale del 2020 per il rinnovo del consiglio comunale di Reggio Calabria. Un altro degli indagati, Daniel Barillà, genero del boss e ora finito ai domiciliari, avrebbe alterato le tornate elettorali del 2020 e del 2021, con la complicità di scrutatori compiacenti, le operazioni di voto, procurandosi le schede elettorali di cittadini impossibilitati a votare ed esprimendo, al posto loro, la preferenza in favore dei candidati sostenuti. In questo modo, dopo i positivi esiti delle urne, la cosca avrebbe ottenuto dai politici eletti nomine nell'ambito di enti pubblici o come professionisti esterni. Tra coloro che si sarebbero accordati con Barillà figurerebbe anche Giuseppe Neri, “risultato eletto nelle consultazioni per il rinnovo del Consiglio Regionale della Calabria del 2020 e del 2021".

Il lavoro degli inquirenti, inoltre, avrebbe consentito di delinearne gli assetti, le attività estorsive a danno di appalti pubblici, l'ingerenza nella conduzione della discarica di Sambatello attraverso l'imposizione, alle ditte di volta in volta impegnate nella gestione dell'impianto, del personale da assumere e le relazioni con le omologhe consorterie criminali attive nei territori confinanti di Diminniti e Calanna. È stato inoltre documentato, viene spiegato ancora, lo stringente controllo esercitato sul territorio che ha portato anche alla limitazione dell'attività venatoria nell'area agreste della frazione.

Giuseppe Neri, capogruppo di Fratelli d'Italia nel Consiglio regionale della Calabria (Ansa)
Giuseppe Neri, capogruppo di Fratelli d'Italia nel Consiglio regionale della Calabria (Ansa)

Arresti e altre misure cautelari

Per Falcomatà non è stato chiesto alcun provvedimento cautelare per mancanza di sufficienti prove a carico. I provvedimenti sono stati emessi dal Gip distrettuale di Reggio Calabria su richiesta della Dda, diretta da Giovanni Bombardieri.

L'ipotesi di reato a carico di Falcomatà, Neri e Sera è scambio elettorale politico-mafioso. Agli altri indagati sono contestati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, reati elettorali, corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio e falsità materiale e ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici.

Falcomatà: “Chiarirò in sedi opportune”

"Questa mattina ho appreso di essere indagato in un'inchiesta della Procura di Reggio Calabria – dice il sindaco Falcomatà –. È una vicenda che, come sempre è accaduto in tutte le situazioni giudiziarie che ho dovuto affrontare in questi anni, chiarirò nelle sedi opportune, pienamente rispettoso dell'attività della magistratura, per la quale nutro piena fiducia". "Chi mi conosce sa che ho sempre svolto il mio ruolo in piena onestà, tenendo fede al principio della legalità come bussola del mio agire politico e amministrativo – aggiunge il primo cittadino reggino –. Ed in questo senso intendo continuare ad operare con serenità nell'interesse della città, nella piena consapevolezza di quanto importante sia l'attività repressiva nei confronti delle cosche di 'ndrangheta, portata avanti dalla magistratura, che vedrà sempre nelle istituzioni territoriali che mi onoro di rappresentare uno strenuo e integerrimo alleato".