
Sono caduti in acqua uno dopo l’altro a causa del mare in tempesta. "Non abbiamo avuto la possibilità di soccorrere...
Sono caduti in acqua uno dopo l’altro a causa del mare in tempesta. "Non abbiamo avuto la possibilità di soccorrere nessuno di loro, anche perché il gommone stava affondando". È con queste parole che i 10 superstiti dell’ultimo naufragio avvenuto nel Canale di Sicilia hanno ricostruito la traversata della morte iniziata da Sfax, in Tunisia, e terminata a poche centinaia di metri dall’isolotto di Lampione. I sopravvissuti sono stati sentiti dai poliziotti della squadra mobile della questura di Agrigento, con l’assistenza di mediatori culturali e psicologi, fino a sera.
Nessuno ha saputo indicare con precisione quanti sarebbero finiti in mare, dopo poche ore di navigazione, ma tutti hanno confermato che erano partiti in 56, originari di Camerun, Costa d’Avorio, Mali e Guinea Konakry. La procura di Agrigento ha aperto un fascicolo d’inchiesta. Le ricerche dei dispersi, 40, coordinate dalla guardia costiera di Palermo, sono andate avanti per l’intera giornata anche con gli aerei. Sei i cadaveri recuperati.