Martedì 12 Novembre 2024

Naufragio Crotone, tra 27 e 47 i migranti dispersi. Rixi: "Guardia costiera non si tocca"

Al momento sono 68 le vittime della tragedia a Steccato di Cutro: 12 ancora da identificare. Martedì 7 il ministro Piantedosi interviene alla Camera

Crotone, 3 marzo 2023 -  Sono tra 27 e 47 le persone ancora disperse del naufragio avvenuto domenica 26 febbraio a Steccato di Cutro e costato la vita a 68 persone. È quanto emerso nell'ultima riunione del Centro coordinamento soccorsi in Prefettura a Crotone sulla base delle stime delle forze dell'ordine. Al momento sono 56 le vittime del naufragio identificate: restano ancora 12 le persone senza un nome.

Ricerche senza sosta

Le ricerche, coordinate dalla Direzione marittima di Reggio Calabria, proseguiranno a oltranza per tutto il fine settimana con mezzi aerei, navali, nucleo di sommozzatori e con il personale a terra di Guardia costiera, Questura, carabinieri, Guardia di finanza, Vigili del fuoco e Protezione civile. Le condizioni meteo, in peggioramento, potrebbero rendere difficoltose le ricerche.

A Crotone l'ultimo saluto alle vittime

Intanto nel Palasport di Crotone c'è stato un ultimo momento di preghiera e raccoglimento davanti alla bare dei propri cari deceduti nel naufragio: è quello che hanno fatto i sopravvissuti e i parenti delle vittime in concomitanza con il venerdì di preghiera dei musulmani. Subito dopo il Palamilone - nel quale si trovano le 68 bare delle vittime fino ad ora recuperate - ha chiuso al pubblico. Al suo interno resterà solo la polizia scientifica.

Parenti e sopravvissuti si sono avvicinati alle bare (sulle quali erano stati posti anche dei palloncini a forma di cuore) ed hanno sostato in silenzio ripetendo delle preghiere dal Corano. Un momento di dolore vissuto con compostezza. Presenti anche alcuni bambini che nel naufragio hanno perso i genitori ed i parenti. Tutti erano assistiti dagli psicologi di Medici Senza Frontiere, Croce Rossa Italiana ed Intersos.

Rixi: "Nessuno tocchi la Guardia costiera"

Intanto, mentre il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi sarà alla Camera martedì 7 marzo alle 13 per un'informativa urgente sulla tragedia di Crotone, ecco che Edoardo Rixi, viceministro delle Infrastrutture, prende le difese della Guardia Costiera: "Io sono per fare chiarezza, chiunque andrà in Parlamento. Si vedranno tutte le cose ma non mi piace che qualcuno metta in discussione le forze di soccorso italiane. Se il problema è chi fa il ministro o il viceministro ne possiamo parliamo, ma nessuno tocchi la Guardia costiera perché metteremmo in discussione un corpo che è ammirato livello mondiale e vorrei venisse ammirato anche da questo Paese". Aggiunge Rixi: "Anche se un politico avesse detto di fare cose che non dovevano fare, loro avrebbero continuato a fare il proprio dovere, come hanno sempre fatto sotto qualsiasi governo" .

"La nostra Guardia costiera - osserva Rixi - è quella che a livello mondiale, negli ultimi venti anni, ha salvato più persone. Per quanto riguarda questo episodio ovviamente abbiamo chiesto chiarezza e stiamo visionando tutti i resoconti. Però una cosa è parlare a livello politico, un'altra è accusare corpi dello Stato di non fare il proprio dovere. Frontex ha fatto una segnalazione per una barca che non conteneva migranti e ha detto che il rilevamento termico poteva consentire di avere persone sottocoperta - osserva il viceministro -. È stata mandata la Guardia di finanza su una operazione di polizia e non di salvataggio perché la barca non aveva problemi. Ha avuto problemi nel momento in cui si è avvicinata alla riva e ha preso una secca. In quel momento sono scattate le operazioni di soccorso secondo la segnalazione".