Udine, 2 dicembre 2024 – Indagati per la strage del Natisone 3 vigili del fuoco della sala operativa e un infermiere del Numero unico di emergenza 112. Il 31 maggio nel fiume della provincia di Udine morirono Patrizia Cormos, Bianca Doros e Cristian Molnar, travolti dalla piena.
L’inchiesta della procura di Udine
Le indagini della procura di Udine si sono concentrate su coloro che hanno gestito il protocollo di emergenza e non sul personale che è materialmente intervenuto sul posto. Nessuno dei vigili del fuoco che, eroicamente, hanno cercato di salvare i ragazzi, è coinvolto nell’inchiesta.
L’inchiesta della procura è stata aperta per omicidio colposo. Lo aveva anticipato qualche giorno fa l’avvocato Gaetano Laghi, che assiste le famiglie di Cristian Molnar e Bianca Doros.
“Credo – aveva dichiarato detto - sia uno sbocco naturale delle cose, non mi sorprende”.
La strage e il fattore tempo
L’inchiesta, fin dall’inizio, si è incentrata sul fattore tempo, e quindi sulle modalità e sulle tempistiche di chi ha attivato i soccorsi, di chi è intervenuto sul posto e di chi non ha regolamentato in maniera corretta l’accesso al greto del Natisone. Le domande che si fanno famigliari e amici di Cristian, Bianca e Patrizia sono se i tre ragazzi potevano essere salvati e in che modo, e se qualcuno ha commesso degli errori risultati poi fatali per i tre giovani.
Le parole dell’avvocato Gaetano Laghi
“Lo abbiamo detto fin dall’inizio – spiega al telefono con Quotidiano.net l’avvocato Laghi -. I soccorsi sono arrivati quando l’onda di piena aveva già travolto i ragazzi. Quel protocollo non ha funzionato, i ragazzi sono morti. Le famiglie vogliono sapere cosa è successo e perché non si è riusciti a salvare i loro figli”.
Le parole del Dipartimento vigili del fuoco
A qualche ora dalla diffusione della notizia, il Dipartimento dei vigili del fuoco interviene con una nota. "Con riferimento alla notizia dell’invio degli avvisi di garanzia da parte della Procura della Repubblica di Udine a tre vigili del fuoco per la morte dei tre ragazzi travolti dal fiume Natisone il 31 maggio scorso, nella consapevolezza che si tratta di un atto a tutela dei diritti del cittadino indagato e riconoscendo le grandi capacità tecniche e professionali di tutti gli operatori del Corpo nazionale, il Dipartimento dei Vigili del fuoco esprime la massima fiducia nell’operato della magistratura per l’accertamento delle responsabilità”.