Che cosa sia una società di orsi miliardari in 3D io sinceramente non sono riuscita a capirlo. "Billionaire Bears mira a essere una comunità esclusiva di NFT". Molto bene. Ma cosa sono gli NFT? Spiegazione degli esperti: sono dei token crittografati che fungono da copia digitale di un contenuto visivo, audiovisivo o di altra natura e possono essere venduti e quindi acquistati. Ah, ecco. Non ho osato domandare dei token, però ho chiesto: per farne che? Avere accesso a feste esclusive, concierge di lusso, omaggi di lusso e molto altro. Mi auguro che altri condividano il mio smarrimento. Di sicuro ha le idee chiarissime chi dirige la Billionaire Bears: un ragazzino di 12 anni, Nathan Falco Briatore, figlio di Flavio e Elisabetta Gregoraci. Il quale ha tutto il diritto di considerarmi una disadattata. La notizia è stata resa nota sul suo profilo Instagram da 160mila follower perché fa curriculum: il bimbo gestisce una collezione di ursidi tridimensionali integrati nel metaverso quando molti suoi coetanei non si vergognano di andare ancora a dormire con l’orsetto di pezza guercio.
Dovremmo essere orgogliosi del fatto che un piccolo italiano sia uno dei ceo più giovani al mondo, superato in precocità forse solo da Samaira Mehta che a nove anni, qualche tempo fa, ha fatto il botto creando un gioco da tavola a base di conigli. E comunque c’era da aspettarselo. Flavio Briatore segue alla lettera la dottrina Sinatra (My way) e con il suo unico figlio maschio si è portato avanti fregandosene degli ignoranti, dei rancorosi e della solita invidia sociale. Ha sempre trattato Nathan Falco come una persona adulta, non vedeva l’ora che andasse a lavorare con lui senza passare dall’università. Non è nemmeno il caso di farne una questione di infanzia negata, un animale peloso resta comunque un bel giocattolo.