In tutta Italia, almeno 30 panchine rosse sono state intitolate a lei, 6 murales rappresentano il suo volto, nel suo nome sono nate oltre cento iniziative e più di 50 borse di studio a lei dedicate sono state conferite da associazioni, università, aziende. In un anno, la sua famiglia ha ricevuto oltre tremila lettere di sostegno. Nella coscienza collettiva esiste un ‘prima’ e un ‘dopo’ Giulia Cecchettin, la studentessa di Vigonovo assassinata un anno fa dall’ex fidanzato Filippo Turetta. I femminicidi, però, non si fermano: dopo di lei, altre 113 donne, nel nostro Paese, sono state uccise per mano di un uomo (62 da mariti, fidanzati o ex). È proprio per contrastare la violenza sulle donne e "mantenere viva la memoria di Giulia, diffondendo il suo messaggio di amore, gioia e speranza; ricordandone la determinazione, lo spirito altruista e la passione per la vita" che è nata la ‘Fondazione Giulia Cecchettin Ets’. L’atto costitutivo è stato firmato il 29 ottobre, a Padova, dai fondatori: il padre di Giulia, Gino Cecchettin, la sorella Elena e il fratello Davide. Ma la presentazione ufficiale avverrà oggi, alle 11:30, nella Sala della Regina di Montecitorio. Interverranno, tra gli altri, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella e la presidente della commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, Martina Semenzato.
Per la Fondazione, la cui vicepresidente è Anna Maria Tarantola, interverranno, oltre a Gino Cecchettin, le componenti del consiglio di amministrazione: tra le altre, l’ex nuotatrice e campionessa olimpica Federica Pellegrini, la giornalista Gaia Tortora e Daniela Mapelli, rettrice dell’università di Padova, dove Giulia avrebbe conseguito la laurea in Ingegneria biomedica. Tra gli obiettivi della Fondazione, anticipati dallo stesso Gino Cecchettin in un’intervista a Che tempo che fa, c’è in primis lo sviluppo di programmi educativi e di sensibilizzazione sulla violenza di genere per scuole e famiglie. "Vogliamo far capire agli studenti che amare è molto meglio che odiare – ha spiegato il padre di Giulia –. Significa elaborare piani didattici su cui i membri del nostro comitato tecnico sono già al lavoro. Un percorso creato con la velleità di convincere le istituzioni a prevedere un’ora di educazione all’affettività nelle scuole".
Le attività avranno inizio già nei primi mesi del 2025 e la sfida principale riguarda il reperimento delle risorse per rendere concreti tali propositi. La prima fonte di risorse è costituita dai proventi netti di Gino Cecchettin, derivanti dai diritti d’autore del libro ‘Cara Giulia’, edito da Rizzoli. Al momento, il libro ha superato le 100mila copie e resta uno dei 10 titoli più venduti in Italia nel 2024. Ulteriori risorse arriveranno dalle donazioni e dalle quote di chi vorrà aderire alla Fondazione (il sito web è già attivo). Intanto, in vista del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza maschile sulle donne, ActionAid ha promosso la campagna ‘Oltre le parole’, finalizzata a ribadire che di violenza maschile sulle donne si deve parlare ogni giorno, non solo nelle date simboliche o in seguito all’ennesimo femminicidio. La campagna intende denunciare, in particolare, il disinteresse della narrazione politica nei confronti di quella che dovrebbe essere una priorità. Il 25 novembre, un’affissione digitale a Roma, in piazza dei Cinquecento alla stazione Termini, rivelerà un post della presidente del Consiglio Meloni sulla Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Il post, però, è di un anno fa: da allora, la premier non ha più comunicato sul tema. Secondo la ricerca di ActionAid, in un anno, solo l’1,5% dei post sui social media dei rappresentanti politici italiani si è occupato di violenza maschile sulle donne.