Napoli, 4 maggio 2019 - Sette persone ritenute responsabili dell'omicidio a stampo mafioso avvenuto lo scorso 9 aprile, a San Giovanni a Teduccio (quartiere di Napoli), sono state arrestate questa mattina nel capoluogo campano, nell'ambito di un'operazione congiunta tra carabinieri e polizia, scattata nelle prime ore del mattino e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea. Si tratterebbe di esponenti dei clan camorristi D'Amico e Mazzarella: Luigi Mignano - il nome della vittima - fu freddato mentra stava accompagnando il nipotino di 4 anni a scuola, insieme al figlio Pasquale.
Sempre in giornata, l'autorità giudiziaria ha inoltre disposto un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di cinque appartenenti al clan camorristico Formicola, per gli omicidi dei fratelli Massimo e Salvatore Petriccione, avvenuti il 29 giugno 2002 e l'8 marzo 2004. A carico di tutti gli arrestati sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza. "Queste sono risposte concrete: abbiamo fermato 12 killer che erano liberi e che rappresentavano cellule sanguinarie - ha commentato Antonio De Iesu, questore di Napoli - In questo modo abbiamo certamente destrutturato i clan". "Servono più uomini - aggiunge -: le risorse ci sono, arriveranno. La risposta dello Stato è forte". "È ovvio che non ci fermiamo - ha sottolineato il comandante dei carabinieri di Napoli Ubaldo Del Monaco -: in relazione anche all'episodio di ieri, l'attività congiunta delle forze dell'ordine sarà senza soluzione di continuità".
IL RAID DI IERI - Secondo le prime ricostruzioni, non si esclude una correlazione con l'episodio dello scorso 9 aprile e quello avvenuto ieri a piazza Nazionale, dove è rimasta ferita una bambina ancora in gravi condizioni: anche Salvatore Nurcaro (il 32 enne obiettivo dell'agguato di ieri), infatti, sebbene non sia residente a San Giovanni a Teduccio, sembra possa ritenersi contiguo al clan Rinaldi, esattamente come i Mignano. È una delle piste su cui la Squadra mobile della polizia e i carabinieri stanno battendo a poche ore dai fatti. "Stiamo facendo delle verifiche - hanno ripetuto in coro questore e comandante dei carabinieri - non escludiamo nessuna pista, neanche questa. Di sicuro c'è una contiguità con l'area di San Giovanni, molto sensibile dal punto di vista delle dinamiche criminali". "La situazione della sicurezza a Napoli sta diventando insostenibile - ha aggiunto Vincenzo De Luca, presidente della regione Campania -. Ci auguriamo che questa importante operazione di polizia e carabinieri possa significare l'inizio di una svolta radicale sul problema della sicurezza in città". "Dodici arresti a Napoli: cinque esponenti del clan Formicola e sette del clan D'Amico. Complimenti a polizia e carabinieri per i velocissimi arresti di questi camorristi che hanno sparato per le vie di Napoli - ha commentato Matteo Salvini, ministro dell'Interno -. È una risposta concreta: lo Stato c'è, si fa sentire, non dà tregua ai boss. Ed episodi come quello di ieri non resteranno impuniti. Vinceremo noi".
🔴Lo Stato risponde coi fatti, non con le parole. Grazie a @poliziadistato e @_Carabinieri_ per i velocissimi arresti dei camorristi che hanno sparato per le vie di Napoli. Ed episodi come quello di ieri non resteranno impuniti. Vinceremo noi.https://t.co/MsU5erCoNJ
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 4 maggio 2019