Islam e terrorismo, o meglio cosa pensano dell’Isis i musulmani residenti in Italia. Anche per questo spinoso argomento – come abbiamo già fatto notare nei giorni scorsi – le opinioni variano in relazione al profilo socio demografico dei rispondenti. Un dato su cui la maggioranza concorda (tranne l’1% del campione) è che non c’è condivisione sulla lotta armata dei terroristi islamici. Al contempo, però, il 27% concorda che gli attentatori combattono per una causa giusta (ma non dovrebbero usare le armi). Insomma, uno su 4, giustifica il fine ma non il mezzo. I giudizi sono molto differenti rispetto all’età dei musulmani: coloro i quali difendono maggiormente i propositi terroristici sono gli over 54 anni. In questo target il 58% si schiera a sostegno degli estremisti, pur condannando la strategia degli attentati.
La vicinanza al terrorismo diminuisce di molto col calare dell’età, i più giovani sono quelli che esprimono una maggiore lontananza dagli obiettivi politici della violenza. Tra i musulmani che hanno tra i 35 ed i 54 anni il livello di condivisione scende al 24%, mentre tra quelli che hanno dai 18 ai 34 arriva al 21%. Comunque sia, bisogna notare che in questo profilo più giovane della popolazione musulmana si registra un livello di «giustificazione» proveniente da un soggetto su 4, quindi un dato allarmante che potrebbe avere due interpretazioni contrapposte: si tratta di persone che pur ideologicamente vicine al terrorismo non condividono l’uso delle armi e con questi soggetti si può sviluppare una dialettica su basi culturali e non sono da intendersi socialmente pericolosi; o sebbene al momento questi musulmani rifiutano l’uso delle armi, non è detto che nel corso del tempo il comportamento non possa mutare e da una condivisione sui fini si possa passare anche ad approvare l’uso delle armi. Al momento, però, il fenomeno sembra più nel perimetro dello scontro culturale che non nell’uso della violenza. È strano notare che se coloro i quali giustificano maggiormente le azioni dei terroristi sono gli over 54, al contempo, finora la mano armata è stata sempre quella dei giovani, anche giovanissimi, come è avvenuto negli ultimi attentati di Barcellona e Londra. Insomma il pericolo è che le persone più adulte, che hanno nella cultura islamica un riconoscimento maggiore godendo di alta reputazione, possano condizionare la popolazione più giovane nel commettere atti violenti. Altro dato di importanza fondamentale che scaturisce dalla ricerca è che 1/3 dei musulmani condivide l’idea che lo Stato Islamico debba conquistare le nazioni occidentali. Anche in questo caso i favorevoli sono in maggioranza tra chi ha oltre 54 anni (47%) mentre nelle fasce più giovani la percentuale si abbassa al 30%.
TuttI i dati confermano che c’è un 20-30% di musulmani residenti in Italia che guarda con favore gli intenti degli ‘ortodossi’, cioè islamizzare l’Occidente, anche se si esclude l’uso delle armi per arrivare a questo obiettivo. A supporto di questa interpretazione c’è un ulteriore risultato: il 38% ritiene che la politica in una nazione debba essere governata dalla religione. Ancora una volta i soggetti più anziani condividono questa tesi, i più giovani meno.
Sintetizzando, quindi, i risultati di tutta la ricerca pubblicata in questi giorni, si può dire che l’universo dei musulmani che vivono nel nostro Paese è molto vario. L’età, il sesso e l’area di residenza rappresentano fattori importanti che generano comportamenti diversi. Gli anziani sono più conservatori in tutto, sia nel rapporto con la religione sia negli stili di vita, i giovani, invece, un po’ più liberi dai dogmi religiosi ma meno nell’accettare gli stili di vita occidentali. Invece le donne più conservatrici nella pratica religiosa, ma più progressiste negli stili di vita condividendo in misura maggiore i comportamenti sociali dell’Occidente.
(3. continua)
Puntata 2 / Domande e risposte
IL SONDAGGIO DI IPR MARKETING: ECCO TUTTE LE DOMANDE E LE RISPOSTE