Lunedì 23 Dicembre 2024
MARTA OTTAVIANI
Cronaca

Musk attacca (anche) l’Ue. Siluro sulla Commissione: "È anti-democratica"

Un altro post controverso dopo la lista degli impiegati pubblici Usa da licenziare "Il Parlamento voti e non ceda autorità". La replica: la nostra legittimità è chiara.

Il miliardario Elon Musk con. , a destra, il presidente Usa neoeletto Donald Trump

Il miliardario Elon Musk con. , a destra, il presidente Usa neoeletto Donald Trump

Non lo ferma più nessuno. Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo, patron di Space X, Tesla e X e ora anche in politica grazie al presidente Trump, che lo ha messo a capo del DOGE, per Dipartimento per l’Efficienza energetica, ormai pontifica su tutto lo scibile umano e ha iniziato a usare la sua piattaforma per accogliere vere e proprie liste di proscrizione. L’ultima vittima dei suoi giudizi impietosi è niente meno che la Commissione europea. Il multimiliardario ha, infatti, sentenziato che non è democratica. "Il Parlamento europeo dovrebbe votare direttamente sulle questioni, non cedere l’autorità alla Commissione europea". Non è la prima volta che Musk se la prende con Bruxelles. Non va dimenticato che l’imprenditore ha avuto non pochi dissapori con la Commissione per i richiami ricevuti a osservare degli obblighi del Digital Services Act sul controllo di disinformazione e contenuti illegali sulla sua piattaforma. Ma comunque Bruxelles è in buona compagnia e, almeno lì, nessuno rischia il posto.

È andata decisamente peggio ad alcuni impiegati pubblici, che hanno visto il loro nome finire su X come futuri, possibili disoccupati. Su di loro, infatti, dovrebbe abbattersi la mannaia dell’efficienza secondo Elon Musk, che già al momento del rilevamento di Twitter, poi diventato X, licenziò l’80% del personale, con gravi conseguenze sulla moderazione dei contenuti. Aspetto che, però, notoriamente, gli interessa poco. Molto più utile additare i singoli, come la direttrice della diversificazione climatica alla International Development Finance Corporation, accusata di svolgere un lavoro "inutile, coi soldi dei contribuenti", ovviamente con il nome e il cognome, aggiungendo che "ci sono una moltitudine di lavori finti". Il post è stato visualizzato da 33 milioni di persone. Molti di loro probabilmente dimenticano che, fino a un anno fa, Musk si era definito "super pro clima". Cinico e pure ingrato.

Fra le persone attaccate, c’è anche la direttrice dei prestiti del dipartimento dell’energia, che nel 2010 gli accordò un finanziamento da ben 465 milioni di dollari per lanciare Tesla, che ha contribuito e non poco, alla creazione della sua fortuna. Alla gogna anche una consulente senior del Dipartimento per l’edilizia abitativa e lo sviluppo urbano. Di lei, Musk ha pubblicato non solo il nome e il cognome, ma anche stipendio, con una battuta, che letta fra le righe è oltremodo oltraggiosa. Il miliardario ha scritto, utilizzando emoji sorridenti "Forse dà consulenze incredibili".

Di certo, le sue parole hanno contribuito a creare un clima di odio sociale nei confronti della diretta interessata, oltre a qualche battuta non esattamente da gentiluomo. A Washington, nei palazzi governativi, sono preoccupati e hanno accusato Musk di "voler seminare terrore". Certo, di sicuro con questa dichiarazioni non incoraggia di americani ad aver fiducia delle istituzioni.