Lunedì 13 Gennaio 2025
ALESSANDRO FARRUGGIA
Cronaca

Murgia, il testamento politico L’eredità alla famiglia ‘ibrida’ "Così lo Stato non potrà ignorarci"

Le ultime volontà: vestiti e gioielli alle amiche, gli scritti postumi, la casa e i social ai "figli di anima". La sua legale, Cathy La Torre: "Michela per prima ha mostrato che esistono altri modelli per vivere insieme". .

Murgia, il testamento politico L’eredità alla famiglia ‘ibrida’ "Così lo Stato non potrà ignorarci"

Un atto politico è stata la sua vita, un atto politico sarà il suo libro dedicato alla genitorialità e alla famiglia che uscirà a breve, e un atto politico sarà anche il suo funerale, oggi alle 15.30 nella Chiesa degli Artisti di Piazza del Popolo, a Roma. Per dirla con le parole di Roberto Saviano, "un incontro di tutti coloro che l’hanno letta, voluta bene, difesa, sostenuta".

Inevitabilmente anche il suo testamento sarà un testamento politico. "Non posso entrare nei dettagli – dice l’avvocata bolognese Cathy La Torre, da anni amica intima di Murgia e curatrice delle sue ultime volontà – posso però dire che mesi fa Michela ha iniziato una lotta politica perché ogni tipo di famiglia, anche quella che non è riconducibile all’eteronormatività e alla tradizione, cioè che non prevede legami di sangue tra i suoi componenti, potesse avere un riconoscimento. Quindi lei per la prima volta ha parlato di famiglia queer e ha mostrato che esistono altri modelli di famiglia. E questo è stato un gesto incredibile, perché tante persone si sono interrogate su che cos’è una famiglia queer".

Una famiglia, spiegava Murgia, "fatta dalle persone che scegliamo" e "non segnata da legami di sangue" e nella quale "le relazioni contassero più dei ruoli". Punto chiave della sua “famiglia queer“, i “figli d’anima“. Quattro ragazzi (Raphael Luis, Francesco Leone, Michele Anghileri e Alessandro Giammei) con cui la scrittrice non aveva legami di sangue ma che hanno condiviso la vita con lei per vent’anni assieme alla madre di uno di loro, Claudia, e in seguito con Lorenzo Terenzi, attore, regista, autore, che hasposato in “articulo mortis“ a luglio.

Il fine di Murgia nel testamento "è stato – dice La Torre – di dare concretezza a tutto questo di fronte alla legge e allo Stato, visto che lo Stato non riconosce alcun tipo di famiglia che non sia quella tradizionale. Quello che abbiamo fatto è stato non solo dare dignità politica a questa forma di famiglia e relazioni, ma anche dargli una dignità di fronte alla legge, e lo abbiamo fatto attraverso un testamento articolato".

Del testamento aveva parlato la stessa scrittrice nella sua recente intervista a Vanity Fair. "L’ho fatto con l’avvocata La Torre – diceva nell’intervista – e alla presenza di Claudia per decidere insieme anche le cose dei ragazzi. Dopo che hai risolto la questione immobili, che nel nostro caso era facile perché non siamo dei palazzinari, è stato divertente per le cose affettive. Tutto il mio armadio va in capo a Tagliaferri (Chiara, scrittrice, moglie di Nicola Lagioia, ndr) che lo distribuirà a seconda delle sue scelte. Patrizia (Reni, amica di Murgia, ndr) avrà il patrimonio di gioielli e bigiotteria. Non ho mai amato l’oro e nemmeno l’argento, ma tutte le cianfrusaglie che ho accumulato nella vita peseranno circa trenta chili. La cosa buffa è stata la richiesta di Alessandro (Giammei, uno dei “figli d’anima“, ndr). Un elenco in cui mi ha detto: voglio i tuoi computer, le password dei tuoi account, il titolo di cavalierato francese e la pennetta usb con tutte le giocate nella community".

Le aspettative sono che ad Alessandro Giammei andrà il compito di curare i suoi scritti, e che sempre a Giammei e agli altri “figli d’anima“ Murgia lascerà la casa romana della sua "famiglia ibrida". Ma il lascito più importante è quello politico, la difesa dei diritti non garantiti dalle istituzioni tradizionali come la famiglia. Un campo aperto e divisivo sul quale lei ha arato ma su cui ci sarà molto da lavorare.