Sabato 27 Luglio 2024

Marta, laureata stangata per i volantini: "Vogliono 450 euro, ho fatto ricorso"

La storia Marta De Bastiani, venticinquenne bellunese a Milano da pochi mesi. Le è arrivata una multa da 450 euro per un’offerta di lavoro lasciata vicino a un palo della luce: Cosa contesta? "Il fatto che, con la disoccupazione giovanile al 50%, si impieghino forze e denaro pubblici per punire con multe esorbitanti chi tenta semplicemente di lavorare" di Nicola Palma

Marta mostra la multa

Marta mostra la multa

Milano, 3 gennaio 2015 - La linea difensiva è chiarissima: «Non sono stata io ad appiccicarlo». La logica sostiene l’esatto contrario: chi attaccherebbe un volantino per doposcuola con tanto di numero di cellulare se non chi quelle lezioni private vuole impartirle? Questione di buon senso, penserete voi. «Ma ci deve essere da ambo le parti...», strizza l’occhio Marta De Bastiani, venticinquenne bellunese a Milano da pochi mesi. Peccato che in questa storia il convitato di pietra sia proprio lui: il buon senso. Quello che forse avrebbe potuto (non dovuto) consigliare a una pattuglia di solerti vigili urbani di non affibbiare una multa da 450 euro (più spese di spedizione da 8,25 euro) per un’offerta di lavoro lasciata vicino a un palo della luce. Per carità, l’infrazione ci sta tutta: affissione abusiva. È altrettanto vero, ribatte Marta, che basta fare un giro in centro per notare fogli di carta disseminati ovunque fuorché negli spazi appositi.

Marta, da dove cominciamo?

«Dal 18 dicembre: quel giorno mi è stata notificata dal Comune una multa da 450 euro per affissione abusiva accertata il 20 novembre».

Dove hai messo il volantino?

«Io non ho messo nulla, l’ho scritto anche nella memoria difensiva inviata alla polizia locale».

Ok, fatichiamo a crederti ma riformuliamo la domanda: dov’è stato trovato il volantino?

«Attaccato a un palo».

E cosa c’era scritto sopra?

«Laureata in filosofia offre lezioni private di spagnolo, francese e inglese preferibilmente in zona Centro e in piazza Cinque Giornate».

E c’era segnato anche il tuo nome e cognome con numero di telefono.

«No, solo il nome e il numero di telefono».

Sulla multa, però, ci sono anche il tuo cognome e la tua residenza.

«Certo. Secondo me, hanno trovato le generalità sui portali cerca lavoro: non credo siano arrivati a chiamare la polizia postale per mettersi in contatto con la compagnia telefonica».

Cosa contesti?

«Il fatto che, con la disoccupazione giovanile al 50%, si impieghino forze e denaro pubblici per punire con multe esorbitanti chi tenta semplicemente di lavorare».

Ma la legge è uguale per tutti, o no?

«In Italia no, purtroppo. Penso che i vigili dovrebbero occuparsi di sanzionare le auto in doppia fila o quelle che sostano davanti ai passi carrai sotto casa mia».

Pagherai la multa?

«No, ho già presentato ricorso. E poi, non sono mica stata io...».

di Nicola Palma

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