Sabato 23 Novembre 2024
LUCA FILIPPI e MANUEL SPADAZZI
Cronaca

Mare caldo, mucillagini nell’Adriatico e meduse nel Tirreno: i timori per il turismo

Romagna e Marche fanno i conti con l’alga invasiva e sperano nel temporale. I lidi toscani assaltati da villeggianti, i casi di morìa di pesci nelle lagune costiere

Roma, 16 agosto 2024 – In Romagna c’è qualche bagnino che fa la danza della pioggia: "Ci vorrebbe una bella burrasca per ripulire il mare...". Nel pieno dell’estate, con Rimini e le altre località della costa adriatica affollate dai turisti, mai come stavolta si spera nel ritorno del maltempo. Perché qualche potente mareggiata e temperature meno bollenti potrebbero mettere fine (o comunque ridurre notevolmente) l’incubo delle mucillagini. Incubo iniziato in Croazia, poi le mucillagini hanno fatto la loro ricomparsa anche lungo le nostre coste fino alla Puglia, risparmiata a lungo dal fenomeno. Non siamo alla situazione che mandò in crisi la Romagna nel 1989 e nei primi anni ’90, con un’ondata – letteralmente – di disdette dei turisti, dalla Germania soprattutto. Ma in questa complicata estate, con sempre meno italiani in vacanza, il ritorno delle mucillagini sta danneggiando il turismo. Così come la pesca, già messa a dura prova dal granchio blu. 

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La speranza è nel maltempo 

«La situazione continua a essere a macchia di leopardo – spiega Cristina Mazziotti, responsabile della Daphne (struttura oceoanografica che monitora le acque dell’Emilia Romagna) –. Si sperava che le mucillagini, un fenomeno assolutamente naturale, sparissero prima e poi. Purtroppo non è stato così, a causa delle poche perturbazioni e delle elevate temperature raggiunte dell’Adratico, fino a 31 gradi". Ma è in arrivo una forte perturbazione dalla Groenlandia che tra oggi e lunedì porterà temporali e temperature più basse. E "l’ondata di maltempo – continua la Mazziotti – dovrebbe sensibilmente ridurre il fenomeno delle mucillagini".

Lo sperano un po’ tutti: una "bella burrasca" che ripulisca il mare. Ma per il futuro, visto che le condizioni dell’Adriatico rischiano di peggiorare a causa dei cambiamenti climatici, bisogna ripensare l’offerta turistica: "Dobbiamo avere la possibilità di realizzare le piscine in spiaggia, come accade all’estero in tante altre località balneari. Basta vincoli", rilancia il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad. E i bagnini sono con lui. Perché "le piscine non sono l’alternativa al mare, ma un’offerta in più che i turisti ci chiedono". 

Problemi anche nel Tirreno 

Se il mare Adriatico soffre, anche il Tirreno ha i suoi problemi. Le temperature nelle acque toscane hanno raggiunto i 30 gradi. Le conseguenze immediate sono il proliferare di meduse e l’impressionante moria di pesci che c’è stata nelle lagune costiere come a Orbetello, e in generale in molti tratti di corsi d’acqua vicini al mare. Le elevate temperature hanno provocato infatti lo sviluppo di alghe e la mancanza di ossigenazione dell’acqua. Con risvolti pesanti per la pesca e, in qualche caso, con problemi anche alle spiagge più vicine. Ma la maggior parte degli oltre 600 chilometri di costa della Toscana è esente da problemi di questo tipo e le spiagge sono prese d’assalto da milioni di turisti.

L’acqua del Tirreno è limpida e bisogna solo fare attenzione alle meduse che possono essere urticanti. A Livorno, con la consueta ironia, alcuni stabilimenti balneari si sono inventati il ’medusometro’ cioè un cartello che viene aggiornato ogni giorno e indica la frequenza più o meno alta di meduse in mare. In questa estate da Livorno fino all’isola d’Elba sono state osservate molte meduse poco urticanti, si tratta del ’polmone di mare’ la classica medusa bianca abbastanza grande. Mentre è ben più temibile, anche se piccola, è la pelagia noctiluca, rosa-violetto di circa 10 centimetri di diametro dotata di 8 lunghi tentacoli retrattili, molto urticanti e semi-trasparenti, che partono dai bordi e si possono estendere fino a 2 metri. Il problema del progressivo riscaldamento delle acque del mare però ha dei risvolti più inquietanti nella diffusione di specie aliene di pesci, crostacei e alghe. E questo può essere un problema ben peggiore, come si è visto già con il proliferare del granchio blu anche in Toscana.