Mercoledì 25 Dicembre 2024
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Pino D’Angiò morto, lanciò la hit “Ma quale idea”. Addio al cantautore simbolo degli anni ‘80

Aveva 71 anni ed era malato da tempo. La sua popolarità è legata al brano-tormentone riproposto a Sanremo 2024 nella serata dei duetti con i Bnkr4

Napoli, 6 luglio 2024 – È morto a 71 anni il cantautore Pino D'Angiò, all’anagrafe Giuseppe Chierchia. A dare l’annuncio della scomparsa è stata la famiglia sui social. La moglie Teresa e il figlio Francesco lo hanno salutato con un toccante post: “Purtroppo oggi papà ci ha lasciati, colpito da un grave malore che lo ha portato via nel giro di qualche settimana. Ha resistito tanto, come ha sempre fatto. Non esistono parole per spiegare il buio di questo momento”. Da tempo malato, la sua attività artistica è stata ostacolata da malattie che, specie negli ultimi anni, ne avevano minato fortemente la sua salute. Nonostante ciò non si era mai arreso. Molto apprezzato anche all'estero, D’Angiò ha lavorato come attore, doppiatore e produttore musicale. Col suo atteggiamento indifferente e l'eterna sigaretta accesa, era diventato un'icona della musica disco italiana degli anni '80.

Pino D'Angiò, nel duetto a Sanremo 2024 con Bnkr44
Pino D'Angiò, nel duetto a Sanremo 2024 con Bnkr44

A Sanremo con “Ma quale idea” remixata

Di recente aveva conosciuto una nuova vita artistica grazie anche alla partecipazione all'ultimo Festival di Sanremo nella serata dei duetti con i Bnkr44, la cui versione remixata di “Ma quale idea” è diventata un successo radiofonico. Proprio il brano 'Ma quale idea’, considerato uno dei primi brani rap in lingua italiana, gli ha fatto raggiungere la popolarità in Italia e all'estero, in particolar modo in Spagna, dove il brano rimase al vertice della hit parade per quattordici settimane nel 1981.

La dedica: Hai danzato sulle gioie e sulle sofferenze”

"Non esistono parole per spiegare il buio di questo momento” si legge nel toccante post con cui i familiari danno l’annuncio della morte di D’Angiò. "Sei stato il più bel regalo che la vita potesse fare alle persone che hanno avuto il privilegio di conoscerti. La tua anima ha danzato sulle gioie e sulle sofferenze sempre allo stesso modo, con la forza delicata di un leone sorridente. Tutto. Oltre l'immaginabile. Questo eri, sei e rimarrai". 

Gli esordi

Nato a Pompei da una famiglia originaria di Mercato San Severino, figlio dell'ingegnere Francesco Chierchia e dell'insegnante Franca Romana, D’Angiò ha trascorso la sua infanzia negli Stati Uniti per seguire il padre. Dopo aver svolto il servizio militare, scelse di iscriversi alla Facoltà di Medicina a Siena. Appassionato di musica, per migliorare la sua disponibilità economica iniziò ad esibirsi nei locali, fino a quando ha incontrato il produttore discografico Ezio Leoni, che scelse un suo singolo da pubblicare. Da quel momento la svolta. Ma il successo di pubblico arriva nel 1980 con il singolo “Ma quale idea”, che ha venduto 2 milioni e mezzo di copie in Italia e 12 milioni di copie nel mondo.

La carriera

Premiato nel 1980 come miglior paroliere italiano, D'Angiò si affermò in 22 paesi come protagonista assoluto delle classifiche e venne proclamato miglior cantante straniero in Spagna. Partecipò al Festivalbar 1981 con la canzone "Un concerto da strapazzo”, e l’anno seguente con la canzone “Fammi un panino”. È stato autore di artisti come Mina (per il brano 'Ma chi è quello li'') e conduttore musicale in Rai e ha portato la sua musica in tutto il mondo, con tournée in Europa, Sudamerica, Russia, Stati Uniti e Canada. I suoi brani sono stati utilizzati per spot pubblicitari di marchi come Movistar, Chanel e Amazon. Con Mogol, Eros Ramazzotti, Riccardo Fogli, Gianni Morandi e Andrea Mingardi, è stato tra i fondatori della Nazionale italiana cantanti di calcio.

La malattia

"Mi hanno operato sei volte per un cancro alla gola", aveva raccontato D'Angio' nel 2021 alla trasmissione 'Oggi è un altro giorno' di Serena Bortone sulla Rai. "So che dovrei smettere di fumare, ma la paura di ammalarmi di nuovo è meno potente del bisogno di nicotina". "Per adesso stiamo sette a zero per me", aveva detto a proposito della malattia, "ma prima o poi vincerà lei. Non so come sono sopravvissuto, per fortuna: non lo dico per me, ma per mio figlio, non me lo meritavo e me lo godo finché sarà possibile".