Venerdì 8 Novembre 2024

E’ morto Luigi Berlinguer, deputato, senatore e ministro. Cugino di Enrico aveva 91 anni

L’ex ministro all’Istruzione era ricoverato all’ospedale di Siena

Luigi Berlinguer, morto a 91 anni

Luigi Berlinguer, morto a 91 anni

Siena, 1 novembre 2023 – È morto Luigi Berlinguer. L'ex ministro dell'Istruzione aveva 91 anni e da agosto era ricoverato all'ospedale di Siena, dove è deceduto, secondo quanto apprende l'agenzia Dire. Cugino di Enrico Berlinguer, Luigi è stato deputato, senatore, ministro dell'Università e della ricerca. L'ultima elezione nel 2009 al Parlamento europeo con il Pd.

Negli ultimi anni è stato presidente del Comitato nazionale per l'apprendimento pratico della musica per tutti gli studenti. Domani il corpo sarà esposto nella sala del rettorato dell'Università di Siena.

Nato a Sassari il 25 luglio del 1932, Enrico è cresciuto nelle strutture del Pci, passando poi per i Ds e il Pd.

"Apprendo ora con grande dolore della scomparsa di Luigi Berlinguer. È stato un ministro appassionato di scuola, sempre aperto al dialogo, ha lasciato una traccia importante. Ai suoi cari le mie più sentite condoglianze”. Lo scrive su X il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara.

"Apprendo con profonda tristezza la notizia della scomparsa di Luigi #Berlinguer. Una vita per il miglioramento della ricerca e dell'insegnamento nel nostro paese. Lascia riforme importanti, valori profondi e idee lungimiranti. È stato un vero privilegio lavorare con lui". Lo scrive su X l'ex premier Enrico Letta.

Nato nel 1932 inizia la sua militanza politica nella Federazione Giovanile Comunista Italiana sarda, ne diventerà segretario provinciale di Sassari e regionale. Nel 1952 diventò membro della direzione nazionale.

È stato eletto consigliere comunale di Sennori (un piccolo centro della provincia di Sassari) dal 1956 al 1960, e sindaco dello stesso comune dal 1960 al 1964. Consigliere provinciale nelle liste del Partito Comunista Italiano dal 1956, è stato deputato del PCI per la Sardegna nella quarta legislatura 1963-1968, membro della Commissione Affari costituzionali della Camera, impegnato in modo particolare sui temi della riforma della scuola e dell'università.

Nel 1973 viene chiamato a Siena (facoltà di giurisprudenza, cattedra di esegesi delle fonti del diritto italiano, poi dal 1988 di storia del diritto italiano), dove i suoi interessi si concentreranno ulteriormente verso la storia del diritto moderno, segnatamente quello commerciale, penale e delle codificazioni.

Dal 1982 al 1985 è incaricato di dirigere la commissione per la riforma della pubblica amministrazione istituita dalla direzione del PCI. Dal 1975 è eletto nelle liste comuniste consigliere regionale della Toscana, carica che mantiene sino al 1982. Nel frattempo ha diretto (1972-77) il gruppo di ricerca CNR sulla storia dei partiti popolari in Sardegna, nel cui ambito saranno pubblicati alcuni innovativi studi sulla storia politica dell'isola in età contemporanea.

 Negli anni ottanta si colloca anche il suo impegno nell'ambito della ricerca CNR sulla “Leopoldina” (“Criminalità e giustizia criminale nelle riforme del ‘700 europeo”).

Nel 1993, lasciando il rettorato di Siena, accetta la designazione a Ministro dell'Università e della ricerca scientifica offertagli dal Presidente del Consiglio dei ministri Carlo Azeglio Ciampi. Ma si dimette immediatamente dall'incarico, insieme al collega Visco, per sopravvenute difficoltà politiche. Nel 1994 si candida alla Camera come capolista progressista nella circoscrizione della Toscana. Eletto, torna a far parte della Ia Commissione Affari costituzionali e assume la guida del gruppo dei deputati “progressisti-federativo”. Ricandidatosi nel 1996, viene eletto nel collegio di Firenze 1.

Nel 2000-2001 è presidente della XIV commissione permanente della Camera “Politiche dell'Unione europea”. Poi, nel 2001, è eletto al Senato della Repubblica nel Collegio di Pisa, chiamato a far parte della VII Commissione permanente Istruzione pubblica e ricerca e della Giunta per gli affari delle comunità europee. Dal 1996 al 1998 assume nel primo governo Prodi la guida del Ministero della pubblica istruzione e, ad interim, di quello dell'Università e della ricerca scientifica e tecnologica, per proseguire nei successivi governi sino al 2000 come ministro della Pubblica istruzione.

Nel 2002, mentre è ancora nel pieno della attività parlamentare al Senato, viene eletto dal Parlamento come membro laico del Consiglio superiore della magistratura per il quadriennio 2002-2006 con 615 voti in quota DS.

Nell'aprile del 2009, all'età di 77 anni, accetta la candidatura al Parlamento europeo per il PD come capolista per la circoscrizione Nord Est. Nel 2010 ha firmato il manifesto del Gruppo Spinelli per un'Europa federale.