Mercoledì 20 Novembre 2024

Inala droga della risata e muore, “Pierpaolo aveva problemi respiratori”

Lecce, il compagno della mamma: “Avevamo prenotato una biopsia alle adenoidi, in ospedale, ormai da sei mesi facevamo accertamenti”. Oggi l’autopsia sul corpo del 26enne

Lecce, 20 novembre 2024 – "Pierpaolo avvertiva problemi a respirare, utilizzava lo spray in commercio in farmacia per disostruire le vie respiratorie". Lo racconta alla Gazzetta del Mezzogiorno Domenico Carluccio, da dieci anni compagno della mamma del 26enne morto domenica sera dopo avere inalato la droga della risata mentre festeggiava il suo compleanno in strada con alcuni amici.

Pierpaolo Morciano, secondo la ricostruzione degli investigatori, sarebbe deceduto dopo avere inalato da un palloncino protossido di azoto, un gas che suscita ilarità ma che, in alcuni casi, può portare alla paralisi facciale e all'arresto cardiocircolatorio. "Avevamo prenotato una biopsia alle adenoidi, in ospedale, ormai da sei mesi facevamo accertamenti poiché dopo aver finito di mangiare Pierpaolo avvertiva problemi a respirare. Era anche un ragazzo corpulento, in sovrappeso. Vogliamo capire, sapere".

Secondo il racconto fatto da Carluccio al quotidiano, Pierpaolo aveva acquistato una bomboletta spray, “di quelle utilizzate per pulire gli interstizi del pc, una scatolina di miniciccioli e dei palloncini, da un negozio del paese. Aveva uno scontrino da 13euro o giù di lì. Questo so. E mi dicono che ora da quel negozio le bombolette siano sparite, ma ci sono i carabinieri che indagano e non è compito mio. Da qui a dire che si drogasse ce ne passa. Se mai dovesse venir fuori che il nostro ragazzo usava sostanze strane allora lo diremo. Non solo. Proveremo a metterci al servizio di chi ha problemi del genere perché non accada più. Perché noi, perdendo lui, abbiamo perso tutto".

Assieme alla madre del 26enne, Carluccio ha dovuto lasciare l'abitazione, assediata da domenica da giornalisti, curiosi e conoscenti. "Siamo scappati via da casa, siamo in una località protetta aiutati dalla chiesa. Eravamo sotto assedio. Pierpaolo nostro portava gioia e allegria, quando metteva la musica la casa si riempiva di vita, eppure era un ragazzo che aveva sofferto tanto, sin da piccolo". Il 26enne era stato cresciuto solo dalla madre, che gli aveva dato il suo cognome. L'autopsia. che sara eseguita oggi sul corpo del giovane, aiuterà a comprendere cosa sia realmente accaduto.