Giovedì 19 Dicembre 2024
CHIARA CARAVELLI
Cronaca

Morti nell’inferno sul lago di Suviana: il neo marito, il nonno tennista e il papà dei due gemelli

Mario, 73 anni, viveva per la famiglia. Vincenzo aveva un figlio di 3 mesi. Pavel era in Italia da 25 anni. Erano tutti trasfertisti arrivati per lavorare nell’impianto Enel a Bargi. Lo strazio dei parenti

Camugnano (Bologna), 10 aprile 2024 – Vincenzo Franchina, Pavel Petronel Tanase, Mario Pisani. Le tre vittime accertate, le tre vite spezzate dal disastro della centrale idroelettrica di Bargi, la piccola frazione del Comune di Camugnano, nell’Appennino bolognese. Mentre la speranza di estrarre vivi da quell’inferno di acqua e macerie gli altri quattro lavoratori dispersi si perde con il passare delle ore, le storie di Vincenzo, Mario e Pavel vivono ormai nei ricordi di chi ha voluto loro bene. E di tutti noi. Tre tecnici trasfertisti – appartenenti a una ditta esterna alla Enel Green Power – che avevano lasciato le loro case per venire a lavorare sulla sponda del lago di Suviana.

Aggiornamento Ritrovato il corpo di uno dei dispersi: è Adriano Scandellari – Identificata la seconda vittima: si tratta di Paolo Casiraghi

Mario Pisani, Vincenzo Franchina e Pavel Petronel Tanase sono morti nell'esplosione della centrale di Suviana
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Vincenzo Franchina

Era il più giovane, tra un mese avrebbe compiuto 36 anni. Originario di Sinagra, un piccolo comune in provincia di Messina, viveva a Genova con la moglie Enza, un’infermiera dell’ospedale Gaslini. Con lei aveva da poco festeggiato il primo anniversario di matrimonio. E da soli tre mesi era diventato papà. A sposarli era stato il sindaco del paese siciliano, Antonio Musca, che lo ricorda come "una persona educata, schiva, di poche parole, gentilissimo e soprattutto un grande lavoratore". Nel piccolo centro del Messinese, ora distrutto da un dolore che lascia poco spazio alle parole, Vincenzo era conosciuto da tutti: "Da ragazzo frequentava la scuola dove insegnavo all’epoca, ogni tanto gli davo anche un passaggio a casa. Una persona di rara gentilezza come tutta la sua famiglia".

Pavel Petronel Tanase

Aveva 45 anni. Nato in Romania, si era trasferito a Settimo Torinese poco più che ventenne. Lascia la moglie Laura e due gemelli adolescenti che frequentano la scuola media. "Una persona per bene", così lo hanno definito gli abitanti del comune piemontese, che dal giorno della tragedia si sono stretti intorno al dolore di una famiglia che da mercoledì scorso non è più la stessa. La sindaca Elena Piastra si è fin da subito messa a disposizione della moglie "per valutare ogni cosa di cui potrà aver bisogno". Il prete della chiesa ortodossa di Settimo Torinese, Paul Porcescu, ha già fatto sapere che sarà la parrocchia a occuparsi dei funerali.

Mario Pisani

Era il più anziano, aveva 73 anni. Origini pugliesi, nonno Mario era nato a San Marzano di San Giuseppe, paese di poco più di 9mila abitanti in provincia di Taranto. Ex dipendente Enel, era probabilmente impegnato come consulente data la sua grande esperienza in termini di impiantistica. Lascia la moglie, i figli (Fabio, Matteo e Valentina) e i cinque nipotini. Il lavoro lo portava spesso lontano da casa, ma appena possibile faceva ritorno nella sua città, dove era conosciuto e amato da tutti. "Aveva gestito – lo ricorda Francesco Leo, il sindaco del Comune pugliese – una ditta che realizzava impianti in strutture di una certa rilevanza come inceneritori, svolgendo lavori anche per enti pubblici. Qui era inserito nel tessuto sociale ed era molto attivo anche nello sport". Per alcuni anni, infatti, il settantatreenne era stato presidente del circolo tennis e, successivamente, anche dirigente della Polisportiva calcio San Marzano di San Giuseppe. In Puglia abita ancora la figlia Valentina, madre di tre ragazzi, che "non riesce ancora a capacitarsi di quanto accaduto". Un messaggio di vicinanza alla famiglia è arrivato anche dal governatore della Puglia, Michele Emiliano: "Esprimo – le sue parole – il cordoglio mio e a nome della Regione. Non ci sono parole per commentare la continua strage sul lavoro che ogni giorno mette in fila quelli che non sono freddi numeri di lontane statistiche, ma storie di persone operose, che lasciano per sempre le loro famiglie e le loro comunità".

Vincenzo, Pavel e Mario. Tre spaccati di vita così diversi tra loro, ma accumunati da un unico, tragico, destino. Tre storie inghiottite nel disastro della centrale idroelettrica di Bargi. Tre famiglie stroncate da un dolore che ha colpito l’Italia intera.