Venerdì 7 Febbraio 2025
RITA BARTOLOMEI, INVIATA
Cronaca

Mistero sulle cause del disastro, i Ris nel maniero di Rovagnati: le prime ipotesi

L’imprenditore ogni mercoledì arrivava a Castelguelfo di Noceto con l’elicottero. Non c’era la scatola nera a bordo. Si ipotizza l’incidente per la scarsa visibilità o per un guasto

Noceto (Parma), 7 febbraio 2025 – C’è un muro di nebbia anche ora a Castelguelfo di Noceto (Parma), e pare un lenzuolo pietoso steso sulla tragedia, là in mezzo al campo ci sono i rottami dell’elicottero di Lorenzo Rovagnati, 42 anni, padre di due figli, il terzo in arrivo, erede della dinastia dei salumi. L’A109 è precipitato mercoledì sera accanto al castello di famiglia, si era alzato in volo appena 400-500 metri prima. La telefonata al 112 è arrivata alle 19, nessuno scampato: sono morti anche i due piloti, Flavio Massa e Leonardo Italiani, avevano 59 e 30 anni.

La maledizione

I camionisti rallentano, qualche automobilista accosta, un anziano chiede: è qui che è successo...? Con il passare delle ore sulla via Emilia che non si ferma mai c’è una piccola folla di giornalisti e curiosi. Gli investigatori - i tecnici dell’Ansv, l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo, e gli specialisti del Ris - montano un telo per coprire i rottami dalla curiosità di tutti, sbuca solo la punta in alto in quell’ammasso di lamiere. Queste sono le terre di famiglia, accanto al maniero. Il castello che Paolo, geniale inventore del Gran Biscotto, aveva acquistato nel 1994 dalla famiglia Bonati, quella di Raggio di sole. La gente ricorda che anche un erede di quella dynasty morì in un incidente poco lontano da qui, era su una Ferrari, erano i primi anni 90.

Le cause dello schianto

Ma quali sono invece le cause della tragedia di mercoledì? Nessuno, in questo momento, si sbilancia. Si possono mettere in fila solo domande, e chissà poi se hanno senso. L’A109 di Rovagnati è precipitato “durante il decollo”, scrive l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo. A bordo nessuna scatola nera, “a normativa aeronautica non ne prevede obbligatoriamente l’installazione” per questo tipo di elicottero.

E allora che cosa può essere accaduto? Un ostacolo? Un guasto? Altro ancora? Per rispondere a queste domande si dovranno aspettare le conclusioni dell’inchiesta.

Il legame con Noceto 

Restano i legami. Il nome della famiglia brianzola, a Noceto, lo trovi ovunque. Nei cartelloni pubblicitari del Gran Biscotto e davanti al Museo archeologico della vasca votiva. Negli allevamenti suinicoli, che sono tutto attorno al campo della tragedia. E in quello che non è scritto. Come i terreni della nuova tangenziale, che il sindaco Fabio Fecci ha inaugurato ieri, “una giornata davvero strana”, rimugina, alle sue spalle si vedono i rottami dell’elicottero, sempre lo stesso sfondo ma visto da un’altra visuale. Il sindaco in tv quasi non riusciva a parlare per la commozione, l’altra sera, la sua frequentazione con i Rovagnati è trentennale, racconta.

Era un giovane amministratore quando ha conosciuto Paolo, “mi raccontava di essersi innamorato del castello che aveva scoperto nei suoi giri. Arrivava tutti i mercoledì, prima in auto poi in elicottero. Aveva scelto quel giorno in mezzo alla settimana per i controlli in azienda. E la famiglia finché lui era vivo si riuniva nel castello anche la domenica. Sono arrivati qui in punta di piedi, hanno fatto davvero tanto per questo territorio. Semplici, riservati e generosi”.

L’ultima telefonata 

Sindaco, Lorenzo: si chiamavano così con Rovagnati, si davano del tu. “L’avevo sentito l’ultima volta lunedì - ripensa Fecci -. Mi aveva chiesto un appuntamento perché avevano nuovi progetti. Dovevamo incontrarci il 26 febbraio alle 10.30, per lui queste erano settimane di attesa, per il terzo figlio”.

Giorno strano, questo. Con la nebbia che ora si alza di colpo, un pensionato mostra una foto scattata pochi minuti prima delle 19 di mercoledì, si vede solo una sagoma sbiadita degli alberi, il paesaggio è come cancellato. “Roba che alle 5 del pomeriggio avevi gli occhiali da sole e neanche due ore dopo non vedevi il casello dell’autostrada”, dicono al bar. Padre Daniele ora benedice la nuova tangenziale di Noceto, prega che sia sicura. Lo sguardo torna là, al campo della strage e ai rottami.