Domenica 11 Agosto 2024
NICOLETTA TEMPERA
Cronaca

Morte di Marco Biagi, parla il figlio Lorenzo: “Papà ucciso un’altra volta”

Lo sconcerto della famiglia: non si sono mai pentiti di quello che hanno fatto. “Almeno gli altri restino in carcere a scontare le condanne all’ergastolo. Spero solo che Boccaccini non cerchi nuovi seguaci”

Bologna, 11 agosto 2024 – “Ho tanta rabbia dentro”. Lorenzo Biagi ha fatto della sua vita una missione: quella di tramandare la memoria, il lavoro e l’impegno di suo papà Marco Biagi.

Il giuslavorista Marco Biagi venne ucciso il 19 marzo del 2002 mentre tornava a casa in bicicletta
Il giuslavorista Marco Biagi venne ucciso il 19 marzo del 2002 mentre tornava a casa in bicicletta

E si è imposto di non permettere mai che si abbassi l’attenzione di fronte a qualsiasi, anche minimo, segnale di un rigurgito di terrorismo interno. Ieri mattina, quando ha appreso della scarcerazione, per fine pena, di Simone Boccaccini, condannato per aver fatto parte del gruppo che organizzò e mise in atto l’omicidio, la sera del 19 marzo 2002, Lorenzo (nella foto) un po’ se lo aspettava. Ma non per questo la notizia della liberazione gli ha fatto meno male.

Lorenzo, cosa prova in questo momento?

“Come avevo detto cinque anni fa, quando per Boccaccini fu disposto uno sconto di pena di 10 mesi, ho la sensazione che mio babbo sia stato ucciso un’altra volta. Pensare questa persona libera mi crea tanta amarezza. Che non abbia scontato fino in fondo la sua condanna mi fa tanta rabbia”.

Boccaccini ha dichiarato di aver ‘solo’ fatto un piacere a Morandi, dandogli un passaggio.

“Lui può dire quello che vuole. Ma la verità delle indagini racconta tutta un’altra storia e le condanne hanno messo nero su bianco il ruolo avuto da Boccaccini nell’omicidio di mio padre”.

In questi anni Boccaccini o gli altri brigatisti hanno mai cercato un contatto con lei o la sua famiglia?

“Mai. Non hanno mai dato un segnale di pentimento o cercato un contatto con noi. Che, comunque, sarebbe stato respinto. Per noi queste persone erano e restano dei terroristi e degli assassini. E spero che almeno gli altri restino in carcere, a scontare l’ergastolo”.

La Lioce tenta da anni di ottenere la revoca dal regime di 41 bis, in cui si trova attualmente detenuta. Che ne pensa?

“Che è una persona pericolosa. Che non ha mai smesso di fare proseliti anche dal carcere. Lei, come Morandi, Mezzasalma e la Blefari non hanno mai cambiato il loro pensiero, non si sono mai pentiti. E pure se lo avessero fatto, la sostanza non cambia. L’unica a scegliere di collaborare è stata la Banelli, che adesso vive con un’altra identità in un luogo segreto”.

Diana Blefari Melazzi, dopo la condanna definitiva all’ergastolo, si è uccisa nel carcere di Rebibbia dove era detenuta. Non pensa sia stato un gesto dettato in qualche modo anche dal rimorso per le azioni compiute?

“No. Si è uccisa perché sapeva di avere di fronte un futuro dietro le sbarre. E non era pronta ad accettarlo. Lo ha fatto per la paura di una vita in carcere, non certo per il rimorso di aver ucciso mio padre”.

Adesso Boccaccini, dopo essere stato liberato dal carcere di Alessandria, è tornato nella sua città, Firenze, da cui la sua militanza nelle Nuove Br era iniziata.

“Non mi interessa cosa farà. Non voglio sapere niente di questa persona. Provo una totale indifferenza verso di lui, verso le sue scelte future. Spero soltanto una cosa”.

Cosa?

“Che non inizi a sua volta a indottrinare altre persone. Che non diventi un cattivo maestro”.