Mercoledì 12 Marzo 2025
REDAZIONE CRONACA

Morte di Ramy, la consulenza cinematica assolve il carabiniere alla guida: “Rispettata la procedura”

Il militare ha tenuto un comportamento conforme alle regole nel corso dell’inseguimento risultato fatale al ragazzo. La responsabilità sarebbe dell’amico alla guida dello scooter, Fares Bouzidi

Un frame della perizia agli atti dell'inchiesta. Nel riquadro, Ramy Elgaml

Un frame della perizia agli atti dell'inchiesta. Nel riquadro, Ramy Elgaml

Milano – Il carabiniere che era alla guida dell'ultima macchina inseguitrice, nel caso della morte di Ramy Elgaml, ha avuto un comportamento corretto, ha frenato quando doveva frenare e l'urto tra l'auto e lo scooter non si è verificato alla fine dell'inseguimento, ma in precedenza ed è stato laterale.

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Ramy Elgaml

È questo, in sintesi, il contenuto della consulenza cinematica disposta dalla procura di Milano e depositata nell’ambito delle indagini per la morte del ragazzo, deceduto nell'impatto contro il palo del semaforo all'incrocio tra via Quaranta e via Ripamonti il 24 novembre 2024.

Questa consulenza, in sostanza, attribuirebbe la responsabilità dell'incidente all'amico di Ramy che guidava lo scooter, Fares Bouzidi. “E’ possibile sostenere che le cause del grave sinistro mortale vadano ascritte al comportamento del conducente del motoveicolo, Bouzidi Fares, per la sua condotta sconsiderata e pericolosa”, scrive infatti il consulente della Procura di Milano,  l'ingegnere Domenico Romaniello. Fares ha violato più norme del Codice della strada. “Opponendosi all'Alt dei Carabinieri, dava avvio ad un inseguimento anomalo e tesissimo, ad elevatissima velocità lungo la viabilità urbana cittadina, con una guida spregiudicata ed estremamente pericolosa”, “sprezzante del pericolo” e si è “assunto il rischio delle conseguenze” per Ramy.

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Frame agli atti dell'indagine sulla morte di Ramy Elgaml

Secondo il consulente, le procedure legate agli inseguimenti che devono seguire le forze dell'ordine "sono state rispettate in quanto i carabinieri hanno cercato di intimare l'arresto della marcia al motoveicolo cercando di indurre il conducente del mezzo ad accostare a destra, hanno mantenuto lo stretto contatto visivo laddove non sussistevano le condizioni di sicurezza". L'analisi video "conferma che ciò è avvenuto in diversi tratti di viabilità del centro storico di Milano laddove la viabilità presentava calibri stradali particolarmente ridotti e vi era presenza di pedoni tale da non poter effettuare un inseguimento troppo ravvicinato". Anche la procedura di non affiancarsi mai al veicolo inseguito, ma di porsi alle sue spalle è stata seguita "correttamente".

In conclusione, "l'operato del conducente dell'autovettura nell'ambito dell'inseguimento, risulta essere stato conforme a quanto prescritto dalle procedure in uso alle forze dell'ordine".