"Vogliamo che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si metta una mano sul cuore e guardi al caso di mia figlia, bambina perfetta, promessa italiana della pallavolo. Le hanno tolto la vita, perché brillava troppo e noi come famiglia abbiamo paura per le nostre esistenze". Lo dice la madre cubana di Larimar Annaloro, la studentessa 15enne trovata impiccata a un albero del giardino di casa, martedì scorso, a Piazza Armerina, nella provincia di Enna.
Secondo gli inquirenti, che indagano per istigazione al suicidio, la ragazzina si sarebbe tolta la vita. Sono stati sentiti vari amici della giovane. Dietro al gesto estremo forse il timore che venissero diffuse sue foto intime. L’adolescente, poche ore prima di morire, aveva avuto a scuola una violenta discussione con una coetanea, che l’aveva accusata di averle rubato l’ex fidanzato, ed era stata insultata da un gruppo di compagni.
La Procura dei minori di Caltanissetta ha sequestrato la salma e disposto, per mercoledì a Enna, l’autopsia. L’altro giorno, al commissariato di Piazza Armerina, dopo la sorella Dioslary, sono stati ascoltati anche il padre Roberto e la madre Johary. I famigliari non credono al suicidio di Larima. Trasferitasi a Piazza Armerina, paese originario del padre, la 15enne aveva ottimi voti a scuola, giocava nella squadra locale di pallavolo, frequentava moltissimi amici e faceva la vita di qualunque adolescente, tra lezioni, studio, sport, uscite con gli amici. Nulla faceva presagire la volontà di togliersi la vita.
Dall’altro lato, però, ci sarebbe un biglietto consegnato dalla quindicenne a un compagno di scuola la mattina del suicidio, avvenuto intorno alle 13 nel giardino di casa. La giovane avrebbe chiesto al compagno di consegnarlo al suo fidanzato. Un piccolo pezzo di carta, strappato da un quaderno con la scritta ’Ti amerò anche nella prossima vita’, firmato ’Lari’, come tutti chiamavano l’adolescente.
Il biglietto, in mano alla polizia, confermerebbe che la ragazza aveva già deciso di togliersi la vita prima di chiamare i genitori per uscire da scuola anticipatamente. Poco prima c’era stato l’episodio della lite con il gruppetto di studentesse, capeggiate da una che accusava la compagna di avere avuto rapporti con i suoi ex. Qualche spintone, e tanti insulti con la ragazza al centro di un capannello di ragazzine urlanti. Rientrata in classe, la quindicenne che aveva detto di sentirsi male e di voler tornare a casa. I genitori erano andati a prenderla, lei aveva riferito alla madre che era successa una cosa brutta, aggiungendo "poi ti dico". Una spiegazione che la donna non ha mai avuto, perché una volta a casa, era poi uscita per alcune commissioni, assentandosi una quarantina di minuti. Al suo rientro ha trovato la figlia morta.
La sorella sostiene che la grafia del biglietto non è quella di Larima, la famiglia afferma anche che il lasso di tempo nel quale è rimasta da sola a casa è troppo breve per potersi impiccare.
g. p.