Lunedì 12 Agosto 2024

Morta dopo trasfusione sbagliata in clinica a Torino, anestesista scopre l’errore e denuncia pressioni per insabbiare il caso: chiesti due rinvii a giudizio

Un medico e un infermiere sono accusati di omicidio colposo e falso ideologico in atto pubblico. A provocare il decesso della donna sarebbe stato l’errore trasfusionale

Un reparto rianimazione

Un reparto rianimazione

Torino, 12 agosto 2024 – Sarebbe stato un errore fatale, una trasfusione sbagliata oltre che inutile, a provocare la morte di Carla Raparelli, 71 anni, ricoverata in una nota clinica di Torino. E sarebbe stata un’anestesista scrupolosa e integerrima a notare l’errore, annotarlo e non piegarsi alle pressioni perché la circostanza della sacca di sangue sbagliata fosse tolta dalla cartella clinica. Lo ricostruisce oggi Repubblica, ripercorrendo la vicenda che ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio per un medico e un infermiere, accusati di non aver rispettato la procedura di verifica prevista dalle linee guida ministeriali, ovvero il controllo di compatibilità trasfusionale. Le ipotesi di reato sono omicidio colposo e falso ideologico in atto pubblico.

Le indagini, avviate grazie alla testimonianza dell’anestesista del reparto di Cardiochirurgia, chiamata la notte del decesso per rianimare la paziente, sono andate avanti per un anno, da marzo 2023. Ma veniamo alla ricostruzione dei fatti. La 71enne era ricoverata per un intervento di sostituzione delle valvole, otto anni dopo la precedente operazione. L’intervento era andato bene, ma la donna avrebbe successivamente ricevuto una trasfusione di sangue non destinata a lei, ma a un altro paziente. Sangue non compatibile che avrebbe portato l’anziana a un arresto cardiaco, come notò l’anestesista. Fatale, per la 71enne, la reazione di incompatibilità.

A consentire l’avvio dell’indagine, l'anestesista, che si è accorta della trasfusione sbagliata e ha avvisato la direzione nonostante le pressioni ricevute dai colleghi per “insabbiare” l'errore. Dopo la morte dell'anziana ci sarebbe stata una riunione di emergenza durante la quale si propose di indicare una sepsi come causa del decesso. Pressioni e ricostruzioni alla quale l'anestesista si è sempre opposta fino a far emergere la verità. Anche la clinica, come riporta Repubblica, avviò tempestivamente degli accertamenti interni.