Domenica 20 Aprile 2025
FILIPPO BONI
Cronaca

Morire di infarto a 76 anni il primo giorno di lavoro. È un Paese alla rovescia

Boni Massimo Mirabelli aveva il sorriso dei miti, quelli che toccano in profondità, che non fanno rumore e che restano immortali....

Boni Massimo Mirabelli aveva il sorriso dei miti, quelli che toccano in profondità, che non fanno rumore e che restano immortali....

Boni Massimo Mirabelli aveva il sorriso dei miti, quelli che toccano in profondità, che non fanno rumore e che restano immortali....

Boni

Massimo Mirabelli aveva il sorriso dei miti, quelli che toccano in profondità, che non fanno rumore e che restano immortali. Nonostante i suoi 76 anni però non riusciva ad arrivare alla fine del mese con la sua pensione. Così aveva deciso di riprendere a lavorare: con un camioncino doveva portare la biancheria in alcuni hotel della Toscana. Era un tifoso sfegatato del Livorno, Massimo, e come quelli che vivono di passioni, aveva il cuore troppo grande per non continuare a sacrificarsi per i due figli, anche se ormai adulti e genitori. Quel cuore però, proprio il suo nuovo primo giorno di lavoro in prova, lo ha fregato: giovedì mattina, mentre spingeva un carrello di lenzuola a Montecatini Terme, all’improvviso si è fermato per sempre. Forse non ha avuto neppure il tempo di capirlo, Massimo, che stava morendo. Se n’è andato da solo, come molti, troppi altri: perché in Italia si muore sul lavoro anche in età pensionabile. È una delle tragedie di un Paese che non ce la fa; l’amara realtà di cui non parla mai nessuno nonostante le tutele previste dall’articolo 38 della Costituzione per i lavoratori: tanti pensionati sono costretti a rimettersi a lavorare dopo una vita di sacrifici, ma dopo i 70 anni non sempre si ha la forza.

E in un Paese in cui la denatalità è un altro flagello, per i figli che nascono, a casa, c’è un bisogno assoluto del sorriso dei nonni. Magari mite, di quelli che toccano in profondità, senza fare rumore e che restano immortali. Com’era il sorriso di Massimo.