Roma, 21 giugno 2023 – Di seguito la seconda tipologia di traccia della prima prova della maturità 2023 e lo svolgimento di Giuseppe Catozzella.
Traccia
La seconda proposta per l'analisi del testo (la prosa), è un brano tratto da "Gli indifferenti", romanzo d'esordio di Alberto
Moravia: Tutti lo guardarono. "Ma vediamo, Merumeci", supplicò la madre giungendo le mani; " non vorrà mica mandarci via così su due piedi?... ci conceda una proroga... ". "Ne ho già concesse due "; disse Leo "basta... tanto più che non servirebbe ad evitare la vendita...". "Come a non evitare?" domandò la madre. Leo alzò finalmente gli occhi e la guardò: "Mi spiego: a meno che non riusciate a mettere insieme ottocen tomila lire, non vedo come potreste pagare se non vendendo la villa...". La madre capi, una paura vasta le si apri davanti agli occhi come una voragine; impallidi, guardò l'amante; ma Leo tutto assorto nella contemplazione del suo sigaro non la rassicurò: " Questo significa" disse Carla "che dovremo lasciare la villa e andare ad abitare in un appartamento di poche stanze?". "Già", rispose Michele "proprio cosi". Silenzio; la paura della madre ingigantiva; non aveva mai voluto sapere di poveri e neppure conoscerli di nome, non aveva mai voluto ammettere l'esistenza di gente dal lavoro faticoso e dalla vita squallida. "Vivono meglio di noi" aveva sempre detto; "noi abbiamo maggiore sensibilità e più grande intelligenza e perciò sofftriamo più di loro..."; ed ora, ecco, improvvisamente, ella era costretta a mescolarsi, a ingrossare la turba dei miserabili; quello stesso senso di ripugnanza, di umiliazione, di paura che aveva provato passando un giorno in un'automobile assai bassa attraverso una folla minacciosa e lurida di scioperanti, l'opprimeva; non l'atterrivano i disagi e le privazioni a cui andava incontro, ma invece il bruciore, il pensiero di come l'avrebbero trattata di quel che avrebbero detto le persone di sua conoscenza, tutta gente ricca, stimata ed elegante; ella si vedeva, ecco... povera, sola, con quei due figli, senza amicizie chè tutti l'avrebbero abbandonata, senza divertimenti, balli, lumi, feste, conversazioni: oscurità completa, ignuda oscurità. Il suo pallore aumentava: "Bisognerebbe che gli parlassi da sola a solo", pensava attaccandosi all'idea della seduzione; "senza Michele e senza Carla... allora capirebbe". Guardò l'amante. "Lei, Merumeci", propose vagamente "ci conceda ancora una proroga, e noi il denaro lo si troverà in qualche modo".
Su questo testo, oltre a 4 quesiti di comprensione e analisi, gli studenti devono argomentare una personale riflessione "sulla rappresentazione del mondo borghese come delineato criticamente da Moravia".
Svolgimento
Alberto Pincherle (Moravia era il cognome della nonna paterna) pubblica Gli indifferenti a sue spese nel pieno del vigore del regime fascista, nel 1929, a soli ventidue anni, quando la letteratura italiana, travolta come tutto dalla violenza della dittatura, cercava una voce. Il regime tutto controlla. Gli indifferenti però passa la censura proprio poiché privo di un’esplicita critica. Ma quello che può apparire come sottomissione è in realtà una voce nuova. Moravia descrive lo sfascio della borghesia italiana sotto il fascismo attraverso le vicende di mediocri e meschini personaggi, i fratelli Carla e Michele Ardengo, la loro madre Mariagrazia e Leo Merumeci, l’amante di lei che si appropria dei possessi di famiglia sotto gli occhi annoiati di tutti. Ma lo fa, e qui sta la novità, solo descrivendo, “da dentro”, la loro inettitudine per la vita.
”Soprattutto quando ero bambino, la noia assumeva forme del tutto oscure a me stesso e agli altri, che io ero incapace di spiegare e che gli altri, nel caso di mia madre, attribuivano a disturbi della salute o altre simili cause", scriverà poi nella Noia. Certo c’è la prosa realistica, certo c’è lo scandalo sessuale, ma ciò che fa degli Indifferenti un’opera importante è proprio il racconto di come l’affermazione del fascismo sia avvenuta per l’assenza di spinta vitale della borghesia. Come molte grandi opere prime poi arriva più lontano del punto a cui mira: la mancanza di presa sulla realtà, la sparizione dei fatti a favore delle sensazioni, l’annullamento di una coscienza civica: dallo spioncino degli anni Venti Moravia vede noi.