Lunedì 8 Luglio 2024

Monsignor Viganò scomunicato dal Vaticano: “Colpevole del delitto di scisma”

La decisione è stata presa dal Dicastero per la Dottrina della Fede e comunicata all’accusato in data odierna. Lui: “Continuerò a celebrare la messa”

Il Vaticano ha scomunicato monsignor Viganò

Il Vaticano ha scomunicato monsignor Viganò

Roma, 5 luglio 2024 –  Il Dicastero per la Dottrina della Fede ha scomunicato latae sententiae monsignor Calo Maria Viganò, riconosciuto colpevole del delitto di scisma. "La rimozione della censura in questi casi è riservata alla Sede Apostolica", si legge in una nota nella quale si aggiunge che la "decisione è stata comunicata a Mons. Viganò in data 5 luglio 2024".

L’ex nunzio apostolico aveva più volte criticato l’operato dell’attuale Santo Padre, papa Francesco, e il Concilio Vaticano II. “L’accusa nei miei confronti riguarda la messa in discussione della legittimità di Jorge Mario Bergoglio e il rifiuto del Vaticano II: il Concilio rappresenta il cancro ideologico, teologico, morale e liturgico di cui la bergogliana 'chiesa sinodale' è necessaria metastasi", ha affermato. Ha anche fondato un’associazione a Viterbo, chiamata “Exsurge Domine”, al fine di trasformarla in un seminario per la formazione di “chierici e religiosi fatti oggetto delle epurazioni bergogliane”.

Nonostante la scomunica, Viganò continuerà a esercitare i suoi poteri ecclesiastici per conto della sua fondazione, come affermato da lui stesso su X. “Come ogni mese, anche questo primo venerdì dedicato al Preziosissimo Sangue celebrerò la santa messa per gli amici e i benefattori della fondazione Exsurge Domine. Assieme a loro, porterò ai piedi dell'Altare anche tutti coloro che hanno voluto esprimermi sostegno e assicurarmi le loro preghiere in questo momento – aggiunge il Monsignore. Invito tutte le persone di buona volontà a contribuire secondo i loro mezzi con una donazione alla Fondazione Exsurge Domine, in modo particolare la formazione tradizionale di sei giovani seminaristi”, scrive Viganò indicando un link al quale donare. 

Da parte sua, Viganò si è sempre definito “onorato” delle accuse. “Considero le accuse rivolte nei miei riguardi come un motivo di onore – ha scritto l’ex nunzio apostolico – Credo che la formulazione stessa dei capi d’accusa confermi le tesi che ho più e più volte sostenuto nei miei interventi”. Ha aggiunto inoltre di non riconoscere “l'autorità nè del tribunale che pretende di giudicarmi, nè del suo Prefetto, nè di chi lo ha nominato, questa mia decisione certamente molto sofferta, non è frutto di precipitazione o di spirito di ribellione bensì dettata dalla necessità morale che come vescovo mi obbliga in coscienza a rendere testimonianza alla Verità”.

Viganò si è sempre distinto per le sue posizioni piuttosto al limite all’interno del panorama ecclesiastico. Nel 2018, infatti, chiese le dimissioni di papa Bergoglio ritenendolo “dalla parte del nemico”, ovvero Satana. Durante il periodo della pandemia ha abbracciato le idee no-vax e dei complottisti della teoria del “great Reset”, lanciata dal gruppo di estrema destra americano, vicino a Donald Trump, QAnon. Proprio durante il Covid ha sostenuto le teorie della “dittatura sanitaria” organizzata dalle “élite mondiali”. A dicembre, quando il Vaticano ha concesso la benedizione per le coppie gay, l’ex nunzio apostolico ha definito l’ambiente ecclesiastico come pieno di “servi di Satana, a iniziare dall’usurpatore che siede sul soglio di Pietro”. 

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