Roma, 20 giugno 2024 – Monsignor Carlo Viganò è accusato di scisma. Per questo è stato convocato dalla Dottrina della Fede. Accuse di scisma che derivano dalle posizioni di Viganò su Papa Francesco e il concilio Vaticano II. “L’accusa nei miei confronti riguarda la messa in discussione della legittimità di Jorge Mario Bergoglio e il rifiuto del Vaticano II: il Concilio rappresenta il cancro ideologico, teologico, morale e liturgico di cui la bergogliana 'chiesa sinodale' è necessaria metastasi", ha detto monsignor Viganò. Ma chi è Carlo Viganò?
Le origini
Nato a Varese il 16 gennaio del 1941, monsignor Viganò inizia una carriera ecclesiastica che lo porterà ad essere nunzio apostolico degli Stati Uniti. Ordinato presbitero il 24 marzo 1968, nel 1989 viene nominato Osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d'Europa. Il 3 aprile 1992 viene nominato nunzio apostolico in Nigeria e arcivescovo Ulpiana da papa Giovanni Paolo II. Il 26 aprile seguente riceve l'ordinazione episcopale, nella basilica di San Pietro in Vaticano, per imposizioni delle mani dello stesso pontefice, coconsacranti i cardinali Franciszek Macharski e Angelo Sodano.
La carriera
Il 4 aprile 1998 è nominato delegato per le Rappresentanze pontificie nella Segreteria di Stato della Santa Sede. Il 16 luglio 2009 viene trasferito all'ufficio di segretario del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, presieduto dal cardinale Giovanni Lajolo. La sua gestione economica viene però messa sotto la lente e il 19 ottobre 2011 è nominato nunzio apostolico negli Stati Uniti d'America. Ruolo che ricoprirà fino al 12 aprile 2016, quando, dopo aver presentato le dimissioni come prescritto al compimento dei 75 anni, viene annunciata la nomina del suo successore.
Le accuse a Bergoglio
È diventato famoso proprio con la sua opposizione a Papa Francesco fino ad arrivare a chiederne le simissioni nel 2018. Per lui, Bergoglio è “dalla parte del Nemico”, ovvero Satana. Durante la pandemia do Covid ha abbracciato le idee no-vax e dei complottisti della teoria del “great Reset”, lanciata dal gruppo di estrema destra americano, vicino a Donald Trump, QAnon. Proprio durante il Covid ha sostenuto le teorie della “dittatura sanitaria” organizzata dalle “élite mondiali”. Lo scorso dicembre, quando il Vaticano ha aperto alla benedizione delle coppie gay, Viganò ha accusato “i servi di Satana, a iniziare dall’usurpatore che siede sul soglio di Pietro”. Negli ultimi anni ha fondato un’associazione “Exsurge Domine”, entrando in un eremo vicino a Viterbo, quello della Palanzana, avendo come fine quello di farlo diventare un seminario tradizionalista dal nome “collegium traditionis” che potesse ospitare i “chierici e i religiosi fatti oggetto delle epurazioni bergogliane”.
I guai gudiziari
La sua è stata una vita controversa costellata da episodi come quello che nel 2018 –riporta Wikipedia – lo ha visto condannato da un tribunale a pagare a uno dei suoi fratelli, don Lorenzo Viganò, sacerdote disabile, un maxi-risarcimento di quasi due milioni di euro, oltre gli interessi legali e le spese processuali, per aver gestito da solo i proventi dei beni immobili ricevuti in eredità dal padre. Monsignor Carlo Viganò fu l'iniziatore del primo scandalo Vatileaks, in cui accusava Bertone di averlo cacciato dal Vaticano per coprire scandali e corruzione.