Roma, 31 dicembre 2024 – Da Udine a Cefalù (Palermo) e ancora a Trieste. Il monossido di carbonio in queste feste di fine anno è tornato a uccidere in case appena ristrutturate o prese in affitto da turisti per una vacanza. Ma quali sono le regole di sicurezza, ad esempio per un caminetto? Lo abbiamo chiesto a Sandro Bani, direttore scuola fumisti e spazzacamini dell’associazione Anfus.
Premette l’esperto: “Intanto c’è un aspetto formale, se fosse rispettato risolverebbe gran parte del problema: chi fa il lavoro deve rilasciare la dichiarazione di conformità e chi accende l’impianto, anche un caminetto, deve avere quel documento”. Ma questo succede solo “in un mondo ideale. Quando si entra in una casa che sia in affitto di proprietà o anche dimora di un giorno, naturalmente bisognerebbe avere tutta la documentazione in un cassetto, vale per l’impianto idraulico, per quello elettrico e anche per il caminetto, se c’è”.
Le cose da sapere per punti
"Ecco i segnali che devono mettere in allarme”
Ma quali sono i segnali che devono destare preoccupazione? “Il problema spesso non è legato solo al caminetto – puntualizza l’esperto -. Perché se non funziona correttamente, fa uscire del fumo e dà l’allarme. Supponiamo invece di avere un caminetto aperto e contemporaneamente una caldaia a gas in funzione, nella stessa stanza o in quella attigua, comunque in un locale con il quale ci può essere un collegamento diretto. Magari si tratta di un modello vecchio, di tipo B, di quelli che aspirano aria dall’ambiente e la mandano in atmosfera attraverso la canna fumaria. Ecco che il caminetto provoca una depressione in quell’ambiente e il monossido di carbonio della caldaia, killer inodore e invisibile, si accumula e causa la morte immediata. Magari all’inizio si pensa di avere mangiato male, di avere un po’ di influenza. In realtà si sta verificando un’intossicazione”.
“Il caminetto aperto e le norme”
Ma il caminetto aperto è a norma? “Dipende dalle Regioni – chiarisce Bani -. Di certo non è un apparecchio da riscaldamento. La Lombardia ad esempio lo ha legittimato per un uso saltuario e ricreativo, senza stabilire però che cosa si intenda davvero. È l’inizio di un ragionamento che si svilupperà sicuramente nel futuro”.
La manutenzione del caminetto
“La manutenzione del caminetto è un elemento fondamentale per la sicurezza – sottolinea l’esperto dell’Anfus -. Normalmente si dice che ogni 30-40 quintali di legna va pulito per le incrostazioni che può provocare la fuliggine. Sicuramente va controllato ogni anno. Perché ad ogni ripresa di stagione si può essere formato anche un nido di insetti. Come me ne accorgo? Ad esempio se esce fumo. Ma non dobbiamo aspettare di avere il problema. Dobbiamo far pulire prima. E non ridursi all’ultimo minuto ma programmare. Poi c’è il rischio fuoco, la canna fumaria si può incendiare. In Italia abbiamo ancora 10.000 incendi di tetto. La pulizia migliore si fa da sopra, ma dev’esserci la linea vita, questo è un altro dei grandi problemi, gli edifici vecchi non sono obbligati ad averla, per legge. Ma se un manutentore ha un incidente, la responsabilità – e forse questo non tutti lo sanno – è del padrone di casa, che in quel momento è come se fosse il suo datore di lavoro”.
Quale legna usare
Molto importante per un caminetto anche la legna, che “deve avere la giusta umidità per essere bruciata. Questo è un aspetto davvero molto importante. Pensiamo al caminetto chiuso, con tutte le performance richieste dalla legge. Se utilizzo legna tagliata da poco che ha il 50% di umidità, ottengo per ogni chilo 2,2 kWh. Se invece utilizzo la stessa legna col 20% di umidità, ottengo 4 kWh. Quindi con la legna bagnata consumo il doppio, spendo il doppio e inquino molto di più. Perché la combustione è molto diversa”.
Quando ricaricare il caminetto
E c’è un altro aspetto importante, ricorda Bani. “Il caminetto molto performante trattiene il fumo per più tempo, in modo che possa essere assorbito meglio dall’ambiente. Ma quando lo apro per la ricarica, me lo devo ricordare. Perché mi esce monossido nell’ambiente. Quindi chi lo gestisce deve sapere che la legna va aggiunta solo quando ci sono le braci. Queste sono informazioni da dare ai cittadini. E dobbiamo anche sapere che la canna fumaria, il motore del sistema, deve essere progettata dall’installatore, deve essere calcolata. Non si può mettere una stufa o un caminetto e attaccarli a un buco nel muro perché il tiraggio è dato proprio dalle caratteristiche della canna fumaria. Se è troppo piccola non avrà tiraggio sufficiente e ci sarà una cattiva combustione. Se è troppo grande, porterà subito fuori il calore. In una parola, il tema richiede grande competenza”.