Roma, 8 gennaio 2018 - Il monossido di carbonio continua a mietere vittime. Le esalazioni, causate probabilmente da impianti di riscaldamento difettosi, hanno fatto sei morti oggi in Italia. A Vignole Borbera, in provincia di Alessandria, a perdere la vita sono stati un autotrasportatore di 47 anni, il figlio di quasi 20 anni e la compagna dell'uomo (44) all'interno di un vecchio casolare. A dare l'allarme al numero unico d'emergenza 112 è stata la madre del ragazzo dopo aver ripetutamente cercato di mettersi in contatto telefonicamente con lui: la donna si è recata sul posto e ha bussato, ma non ha ricevuto risposta. Nulla da fare per i tre - Luca Baroni, il figlio Mattia e Maria Daniele Mele -, il cui decesso potrebbe essere stato provocato dal malfunzionamento di una caldaia a metano. Per saperlo con certezza bisognerà attendere l'esito dell'autopsia.
FOCUS Monossido di carbonio, cos'è e come difendersi
E sono stati trovati morti, questa volta dalla figlia, due anziani coniugi a Dignano (Udine). Anche in questo caso il killer potrebbe essere stato il monossido di carbonio sprigionatosi probabilmente dagli apparecchi a gas con cui veniva riscaldata la loro abitazione. La procura del capoluogo friulano ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, mentre l'impianto è stato posto sotto sequestro e sarà sottoposto a una perizia per capire le cause di un eventuale malfunzionamento.
Infine una sesta persona, una donna di 58 anni, è morta a Savona. La cognata, che ha trovato il corpo della donna, è ricoverata in gravi condizioni all'ospedale San Paolo, forse in conseguenza dell'esposizione allo stesso gas. La vittima, che si chiamava Hayet Maatoug, potrebbe aver avuto un malore ed aver perso i sensi a causa delle esalazioni, mentre preparava il pranzo. La donna era nota in città per essere la presidentessa dell'Associazione Amici del Mediterraneo e per il suo lavoro all'ufficio anagrafe del Comune.