Mercoledì 15 Gennaio 2025
VIVIANA PONCHIA
Cronaca

Il mister toglie il calciatore che sfotte gli avversari, la squadra resta in 10: "Fair play prima di tutto"

Verona, l’allenatore ex professionista non aveva più sostituzioni da fare. Applaudito dai tifosi

Il 39enne Mino Iunco, allenatore del Crazy Academy: giocava nell’Hellas Verona

Verona, 3 novembre 2023 – Ci vuole coraggio a togliersi due gambe sul 2 a 1 quando tutto può ancora succedere. Andare controcorrente, il calcolo delle probabilità. Alzarsi e gridare "ma cosa fai, vieni subito a sederti in panchina" sapendo di portare alla disfatta una squadra azzoppata. Qui dove i genitori dei piccoli calciatori incitano i figli al massacro, dove i tifosi avversari tendono un agguato a Fabio Grosso e gli spaccano la faccia, dove si finge, si sgarra e si intorta perché l’importante è vincere a tutti i costi, il gesto di un allenatore ci riporta ai fondamentali. Allo sport come dovrebbe essere, dependance della vita, un posto in cui anche perdere per amore del fair play merita l’applauso.

“Non ho pensato al risultato ma al messaggio". Il messaggio che si è acceso nella testa di Mino Iunoc, ex attaccante dell’Hellas e oggi allenatore-presidente del Crazy Academy under 16, deve essere stato più o m eno questo: cosa ci faccio qui se per il risultato lascio correre e lo tengo dentro? Quante occasioni ha un uomo per cambiare il mondo o almeno la testa di un ragazzo, che la prossima volta ci penserà due volte prima di sfottere la panchina avversaria? E va bene, in dieci non andiamo da nessuna parte. Non oggi, domani chissà. Perché tutti vedranno e ci sarà qualcuno in grado di capire che la lealtà conta più del punteggio. Perché da qualche parte bisogna cominciare, anche da un mercoledì di festa durante una partita di calcio giovanile.

Il carismatico ex calciatore e allenatore di calcio scozzese Sir Alex Ferguson diceva che allenare significa affrontare una serie infinita di sfide, la maggior parte delle quali ha a che vedere con la fragilità dell’essere umano. Fragili questi bambini ipnotizzati da un pallone, gli adulti intossicati dal successo, i coach un po’ sergente maggiore Hartman e un po’ Mary Poppins, chiamati a insegnare come si carica un fucile ma anche a rifare i letto. Mino Iunco aspettava la rimonta di fronte alle due squadre di Verona sul campo di via Tomaso da Vico: il Parona, che stava avanti di un gol e i suoi ragazzi padroni di casa. Solo con i suoi calcoli sull’inferiorità numerica – era quasi matematico e a nessuno piace perdere – e una decisione già presa.

Lo aveva visto quel gesto di cattivo gusto, non poteva lasciare correre. Pessima prova di sé, pessimo esempio per i compagni. "Esci subito". E non importa se succede ogni volta che una palla rotola, se bisogna farsi furbi per andare avanti. Andare dove? Verso lo schianto del 3 a 1 contro il Parona, e pazienza. Verso una standing ovation del pubblico, che ha apprezzato e forse assorbito, divulgato, riportato a casa una lezione. "Il risultato non è tutto – ha spiegato Iunco –, lo dico da padre, da ex calciatore e da allenatore. Nella vita vengono prima i valori della vittoria, contano più la lealtà e la correttezza del punteggio". I primi a rendergli l’onore delle armi sono stati i genitori dei baby calciatori. Poi anche il ragazzo espulso ha capito: "Negli spogliatoi ha pianto e si è scusato". Hanno capito tutti, è bastato un gesto. E il coach di 39 anni esprime un desiderio: "Vorrei che in un mondo in cui ormai conta solo primeggiare e arrivare davanti agli altri si facesse finalmente inversione di tendenza e si tornasse alla lealtà e alla sportività. Il calcio è palestra di vita. Ai miei colleghi dico: diamo l’esempio, invertiamo la rotta".