Roma, 18 settembre 2020 - "Non è colpa nostra se gli cade l'occhio!". Al liceo Socrate di Roma stamattina le studentesse si sono presentate in classe con mascherina, gonna e forti messaggi per dire "stop alla violenza di genere". La protesta è scattata dopo il presunto invito, da parte della vicepreside, di non presentarsi in classe con la gonna "perché al prof cade l'occhio". Una frase - a quanto riferito da alcuni studenti - pronunciata il primo giorno di scuola, che sarebbe cominciato con gli studenti seduti sulle sedie, ma senza banchi durante le lezioni, per consentire di mantenere il distanziamento secondo le disposizioni Covid, in attesa dell'arrivo di quelli 'monoposto'. Da lì - secondo gli studenti - il suggerimento della vicepreside, affinché non si rischi di attirare, con abiti succinti e senza il banco davanti alle ragazze sedute, gli sguardi dei professori e dei compagni di sesso maschile. La presunta frase ha anche innescato un tam tam sui social. "I nostri corpi non possono essere oggettificati, non possiamo prendere la colpa per gli sguardi molesti degli insegnanti maschi", si legge tra i messaggi che circolano nel liceo, firmati dal gruppo di studentesse "Ribalta femminista", in cui si invitava oggi ad andare a scuola con una gonna. E così, oggi, il ministero dell'Istruzione, tramite l'Ufficio scolastico regionale del Lazio, ha chiesto un approfondimento sulla vicenda.
Preside: "Attenti alla libertà di espressione"
"Il liceo Socrate è fieramente da sempre attento al rispetto di tutte le individualità e di tutte le opinioni, libere di esprimersi, all'interno del perimetro segnato solo dalla Costituzione, dal codice penale e dal buon senso ed è altrettanto attento alle questioni di genere, oggetto peraltro di uno dei tavoli di lavoro permanenti che la scuola, Capofila nazionale della Rete scuole Green, ha istituito e nel quale lavorano insieme studentesse, studenti e docenti. Di questa identità la scuola è e vuole essere gelosa custode e nessuna valutazione personale, quale che sia, potrà mai ergersi a criterio discriminatorio nei confronti di chicchessi". Lo afferma il preside del Liceo Socrate, Carlo Firmani, a proposito della protesta messa in atto da alcune studentesse dopo che la vicepreside avrebbe suggerito di non indossare abiti succinti a scuola. "L'occasione potrà essere comunque oggetto di un'ampia riflessione collettiva, nel rispetto della funzione eminentemente formativa e culturale che la scuola da sempre incarna", prosegue il dirigente scolastico, che relazionerà sul fatto all'Ufficio Scolastico Regionale del Lazio.
Docenti: "Sulle minigonne nessun veto"
"Sulle minigonne al Socrate non è mai esistito alcun veto". È quanto sottolineano, in una nota, i docenti del liceo romano. "La tradizione democratica e progressista del nostro liceo è nota - affermano - e quanto è stato riportato dai media ha come unico risultato, probabilmente non voluto, quello di distogliere l'attenzione dai reali problemi della scuola. Esprimiamo piena solidarietà alla vicepreside che insieme ai docenti del nostro liceo ha sempre mostrato sensibilità e consapevolezza nei confronti delle tematiche di genere".
Associazione nazionale presidi
"È ovvio che le studentesse e gli studenti debbano frequentare le lezioni con un abbigliamento decoroso, in segno di rispetto verso l'Istituzione che la scuola rappresenta e verso sé stessi. Non è però condivisibile che la motivazione posta alla base di tale doverosa condotta faccia riferimento a un ipotetico e deprecabile voyeurismo dei docenti (uomini). Docenti che, peraltro, svolgono un importante ruolo educativo". Lo dice il presidente dell'Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli. "Si deve evitare - spiega il dirigente sindacale - che, a causa di un evidente e marginale incidente comunicativo, la categoria dei docenti sia percepita dall'opinione pubblica in maniera distorta e degradata e che il liceo Socrate venga erroneamente rappresentato come presidio di una cultura oscurantista. L'episodio dimostra, una volta di più, quanto sia fondamentale utilizzare le parole correttamente e consapevolmente".