Sabato 21 Dicembre 2024
GABRIELE MASIERO
Cronaca

Minacce social perché perde, il tennista: "Mi augurano la morte. Non mi fate paura"

Il pisano Maestrelli attaccato dagli scommettitori, il profilo Instagram esplode di insulti. Lui risponde con un video: "Se tocchi la mamma o la sorella hai oltrepassato il limite"

Il tennista Francesco Maestrelli, 20 anni di Pisa

Pisa, 20 luglio 2023 – A ogni sconfitta, anonimi scommettitori lo prendono di mira sui social con insulti e parolacce ma anche augurandogli la morte, o quella della madre e della sorella, dopo terribili malattie. Uno stillicidio cui il tennista Francesco Maestrelli, ventenne pisano numero 209 Atp, iscritto al circolo tennis di Pontedera, ha deciso di interrompere, postando un video dove rompe il silenzio e denuncia gli haters. Dopo la sconfitta col bosniaco Dzumhur nelle qualificazioni al torneo Atp di Bastad in Svezia, Maestrelli ha subìto un nuovo assalto da scommettitori italiani e stranieri e l’atleta ha deciso di rendere pubbliche, leggendole in inglese e in italiano, le offese ricevute: “Stupido figlio di..., spero che tu prenda il peggiore cancro, stupido idiota, spero che tua madre muoia nel più grande dolore per il cancro"», legge Maestrelli visibilmente scosso nel video. “Accade ogni volta che perdo una partita. Me lo scrivono persone che non mi conoscono, che non sanno chi sono nè tantomeno come gioco a tennis”, dice Maestrelli.

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“Era successo anche in passato, ma questa volta ho deciso di uscire allo scoperto, perché quando si toccano mamme o sorelle, chiamandole per nome, vuol dire che si è davvero oltrepassato il limite e invece bisogna denunciare e dire basta". Francesco Maestrelli , 20 anni, pisano, figlio di Andrea, recentemente nominato presidente dell’Opera primaziale, in sostanza il "custode" della Torre pendente e dei monumenti celebri in tutto il mondo di piazza dei Miracoli, da circa due anni è un tennista professionista del circuito Atp e a 24 ore dallo sfogo social spiega perché ha deciso di denunciare con un video le offese ricevute.

Com’è andata?

"Al termine di un match tiratissimo (ha perso il turno di qualificazione contro il bosniaco Dzumhur 6-4, 2-6, 7-6, agli open di Svezia a Bastad, ndr) ero comprensibilmente nervoso e quando ho visto che pochi minuti dopo il mio profilo Instagram era letteralmente esploso per decine di messaggi di insulti, non ce l’ho fatta più. Mi hanno dato fastidio i riferimenti diretti a mia madre e mia sorella, indicate con i loro nomi, Parole offensive, sessiste e nelle quali si augurava loro la morte tra atroci sofferenze".

E ha scelto quindi di postare un video denuncia.

"In realtà l’idea non è stata solo mia, ma condivisa con il canale Instagram Backstage Tennis, che racconta la persona dietro al tennista. Il lavoro duro, il sacrificio negli allenamenti, gli scatti d’ira e lo sconforto se le cose non vanno come dovrebbero. Abbiamo pensato che non è giusto continuare a tollerare gli haters, gli odiatori del web, quelli che ti prendono di mira gratuitamente solo perché hai perso un match e loro una scommessa. Che ti giudicano senza conoscerti. Che calpestano la tua dignità di persona".

Le era capitato altre volte?

"Sì certo. A me, come a quasi tutti i miei colleghi del circuito Atp. Quasi sempre ci ridiamo sopra, ma talvolta si passa il segno ed è giusto denunciare. Fermarsi a riflettere. Perché i colpi più bassi sono quelli che vanno dritti alla sfera personale delle persone: madri, sorelle, fidanzate. Come è accaduto recentemente anche a Matteo Berrettini".

Le autorità sportive, i vertici di Atp dovrebbero prendere provvedimenti?

"Non so quanto potrebbero servire. Di sicuro è necessario lavorare sulla prevenzione, sulla sensibilizzazione di più e meglio la cultura sportiva. Nello sport la sconfitta è un passaggio necessario per ciascun atleta, perché aiuta a crescere. Non c’è sport senza sconfitta. Ma dobbiamo anche sensibilizzare l’opinione pubblica per proteggere di più e meglio i ragazzi più giovani che potrebbero invece essere condizionati da questi attacchi sul web e decidere di rinunciare al loro talento, alle loro opportunità, perché sopraffatti dall’odio subito sui social. Noi, del circuito Atp, anche io che non sono un campione famoso come tutti gli altro, siamo purtroppo abituati a queste situazioni e ci sosteniamo l’uno con l’altro".

Ha ricevuto solidarietà dai suoi colleghi?

"Sì, so che mi sono vicini. Esattamente come io lo sono stato con loro in passato. Nel circuito del tennis magari non ci messaggiamo tanto tra noi, ma quando ci incontriamo sul campo allora sappiamo confortarci l’uno con l’altro. Lorenzo Musetti mi ha chiamato e mi ha detto che ho fatto bene. In passato era capitato anche a lui e ad altri come Matteo che sono nell’olimpo del tennis italiano, e aveva scelto di bloccare i commenti sui suoi profili social per evitare la cattiveria di centinaia di messaggi di insulti. L’ho fatto anche io in queste ore".

Magra consolazione.

"Lo ripeto, io non mi lascio condizionare. Ho imparato a gestire la rabbia e la frustrazione di questi individui, ma dobbiamo proteggere i più giovani e aiutarli a continuare il loro percorso sportivo".